Procuratori perseguono violazioni del gioco contro il bookmaker Robbie Waterhouse in Australia
Aggiornato il: 4 novembre, 2:20h.
Autore dell'Articolo: Erik Gibbs
Argomenti Trattati: Asia Pacific Gaming, Business del Gioco, Gioco Globale
I Guai di Waterhouse Si Accumulano
Il veterano australiano del gioco Robbie Waterhouse non è un volto nuovo nel panorama del gambling, ma il suo ultimo scontro con i regolatori minaccia di offuscare la sua reputazione. Gli ufficiali di Liquor and Gaming NSW hanno messo gli occhi sul bookmaker navigato, accusandolo di violare la Betting and Racing Act.
Offese Ricorrenti
Il Nuovo Galles del Sud (NSW) ha una posizione rigorosa sulla responsabilità nel gioco d'azzardo, enfatizzandone l'importanza in ogni occasione. Il 67enne sembra aver saltato il memo, continuando a offrire servizi di scommesse a un individuo che si è auto-escluso.
Un articolo de The Age presenta 11 accuse contro Waterhouse, tutte riguardanti un singolo scommettitore auto-escluso. Tra queste accuse, cinque riguardano gli incentivi offerti dopo che il scommettitore aveva richiesto la chiusura del conto, mentre le altre sei riguardano la continuazione dell'accettazione delle scommesse dopo la richiesta. Non sono disponibili informazioni riguardo alle dimensioni delle scommesse.
Se riconosciuto colpevole, Waterhouse potrebbe affrontare multe fino a AU$121,000 (US$78,045). Questa battaglia legale rappresenta il secondo incontro di Waterhouse con le regolamentazioni, dopo una multa di AU$4,500 (US$2,902) nel dicembre 2021 per aver offerto incentivi illegali.
In modo interessante, i guai legali di Waterhouse non si limitano a questo caso. Il suo passato include l'affare Fine Cotton, in cui ricevette un divieto di 14 anni come conseguenza di un'indagine su una corsa di cavalli truccata, anche se questo divieto fu successivamente ridotto a una sospensione e gli permise di fare ritorno alla scena del gioco nel 2001.
L'Inganno dell'Autoesclusione
L'autoesclusione può sembrare una soluzione semplice, ma alcuni operatori tendono a vedere le regole solo a proprio vantaggio.
"Mark", un ex giocatore australiano, ha criticato gli operatori di scommesse predatori per violare le regole dell'autoesclusione, bombardandolo di materiali promozionali anche dopo che aveva inserito il suo nome nel registro dell'autoesclusione.
Mark, vittima della dipendenza dal gioco d'azzardo, ha perso una consistente somma di denaro nel corso di diversi anni prima di decidere di smettere. Nonostante i tentativi di tagliare i ponti, continua a ricevere email e messaggi promozionali dagli operatori, lasciandolo esasperato.
I registri dell'autoesclusione legalmente vincolanti sono accessibili a tutti gli operatori con licenza in Australia, obbligandoli a evitare di creare account o di mirare a coloro che si trovano sulla lista attraverso iniziative di marketing. Tuttavia, sembra che almeno un operatore, insieme a Waterhouse, stia chiudendo un occhio alle regole.
"Mark" ha recentemente condiviso la sua storia su ABC Radio Hobart, una stazione radio locale del Tasmania, rivelando di aver ricevuto un'email promozionale da BetNation, un bookmaker online, per partecipare agli eventi di scommesse sulla Coppa di Melbourne, nonostante non avesse mai avuto precedenti affari con l'operatore.
BetNation, che detiene una licenza nel Territorio del Nord dell'Australia, rischia una multa significativa dopo l'apertura di un'indagine da parte della Commissione per le Corse del Territorio del Nord.
Mentre il caso contro Waterhouse si sviluppa, la comunità del gioco, sia online che tradizionale, attende l'esito per determinare se le regolamentazioni riusciranno finalmente a scoraggiare i professionisti del gioco dal violare le norme che sono tenuti a rispettare.