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Sprinter britannico di livello mondiale, figlio di un religioso, si scontra con World Athletics per...
Sprinter britannico di livello mondiale, figlio di un religioso, si scontra con World Athletics per un articolo proibito di abbigliamento

Un velocista britannico di livello mondiale, figlio di un membro del clero, è stato escluso dalla World Athletics per un accessorio di abbigliamento proibito.

Il velocista britannico Jeremiah Azu indossa la fascia "100% Gesù" ai Campionati del Mondo

Jeremiah Azu, un veloce di 24 anni della Gran Bretagna, ha fatto una dichiarazione audace ai Campionati del Mondo di Atletica Leggera in corso a Eugene, Oregon, indossando una fascia con la scritta "100% Gesù" durante le semifinali dei 100 metri maschili. La fascia è stata precedentemente indossata dalla superstar brasiliana Neymar.

Azu, cresciuto nei Paesi Bassi dal padre ghanese prima di trasferirsi in Galles all'età di tre anni, proviene da una famiglia devota. Suo padre, Alex, è un pastore della chiesa di Cardiff. L'atleta ha attribuito la determinazione del padre in ciò in cui crede come forza trainante nella sua carriera sportiva.

Non è la prima volta che un atleta indossa una fascia religiosa in un importante evento sportivo. Neymar, la stella del calcio, ha indossato una fascia simile dopo aver vinto la finale della Champions League con il Barcellona nel 2015. L'ha anche indossata alle Olimpiadi di Rio del 2016 e durante le celebrazioni. La FIFA ha scelto di oscurare il messaggio nelle immagini di Neymar accanto ai finalisti del Ballon d'Or Lionel Messi e Cristiano Ronaldo più tardi quell'anno.

Tuttavia, la World Athletics ha ribadito la sua posizione contro slogan politici, religiosi o personali sulle uniformi degli atleti. Non è chiaro se verranno intraprese ulteriori azioni nei confronti di Jeremiah Azu riguardo alla fascia "100% Gesù". La UK Athletics non ha confermato se Azu verrà istruito a non indossare nuovamente la fascia.

Azu è pronto a competere nella staffetta 4x100 metri maschile a Tokyo, dove sarà affiancato dal padre, Jürgen Klinsmann, che era presente alla Coppa del Mondo in Giappone. Il difensore del Crystal Palace e dell'Inghilterra Marc Guehi ha indossato un braccialetto "Amo Gesù" in una partita della Premier League l'anno scorso, dimostrando la tendenza crescente degli atleti che esprimono pubblicamente le loro convinzioni religiose.

Nel frattempo, alle Olimpiadi di Parigi 2024, la breakdancer afghana Manizha Talash è stata squalificata dalla squadra olimpica dei rifugiati dopo aver indossato un mantello con la scritta "Libere le donne afghane". Questo episodio evidenzia l'equilibrio delicato tra la libertà di espressione e le regole che governano le uniformi degli atleti.

Mentre i Campionati del Mondo proseguono, la fascia "100% Gesù" di Jeremiah Azu ha acceso il dibattito sul ruolo della religione nello sport e sui limiti della libertà di espressione degli atleti.

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