Un giornalista australiano bloccato in Egitto esprime frustrazione per l'assistenza trascurabile del governo.
Al centro della città industriale di Mahalla, il giornalista australiano Austin Mackell è stato arrestato a febbraio e da allora si trova in una situazione di limbo. Il 45enne, che stava indagando su dispute sindacali in Egitto, è sotto inchiesta delle autorità egiziane, una situazione che ha notevolmente turbato la sua vita personale e professionale.
L'arresto si basa su accuse false, secondo Mackell, e il suo caso è attualmente in revisione presso l'ufficio del pubblico ministero del Cairo. Le accuse, che includono l'incitamento alla violenza, hanno impedito a Mackell di viaggiare, pianificare la sua vita o lavorare come al solito.
Il sostegno finanziario per Mackell proviene da gruppi dediti al sostegno dei giornalisti in crisi. Tuttavia, Mackell esprime frustrazione per il fatto che il ministro degli Esteri australiano Bob Carr non abbia fatto una telefonata per lui, un passo che ritiene potrebbe accelerare il suo rilascio. Carr, che di recente ha condotto trattative per il rilascio di un avvocato australiano detenuto in carcere in Libia, non ha ancora affrontato pubblicamente la situazione di Mackell.
Oltre a Carr, è stata la senatrice Kerry Nettle a essere contattata telefonicamente per fare pressione sulla situazione di Mackell durante la sua inchiesta da parte delle autorità egiziane. La traduttrice di Mackell, Aliya Alwi, ha inoltre incontrato difficoltà nel trovare lavoro a causa dell'arresto.
Durante l'arresto, l'attrezzatura elettronica contenente informazioni riservate è stata sequestrata. Inoltre, almeno una delle fonti sensibili di Mackell è stata molestata dalle autorità riguardo al suo legame con Mackell. Ciò ha reso difficile per Mackell continuare il suo lavoro, poiché teme per la sicurezza delle sue fonti.
Mackell si chiede perché Carr non possa prendere un'azione simile per lui. Ritiene che il suo caso sia diverso da una "procedura legale normale" e spera in una rapida soluzione che gli permetta di tornare al suo lavoro e alla sua vita. Il governo australiano, insieme a varie organizzazioni per i diritti umani, continua a fare pressione per il rilascio di Mackell e la fine della sua situazione.
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