Un autoproclamato "neocon Sionista" travestito da libertario
Nel panorama politico dell'Argentina, il Presidente Javier Milei, che si definisce principalmente libertario, ha avuto un impatto significativo. Minarchico e liberal classico, Milei promuove un governo minimo limitato alla giustizia e alla sicurezza, i principi del libero mercato e la liberalizzazione economica, opponendosi al socialismo, al comunismo e alla spesa governativa eccessiva.
Tuttavia, un esame più attento della politica estera di Milei rivela una deviazione dalle sue tendenze libertarie. La sua posizione politica è falco e fortemente anti-comunista, sottolineando le divisioni chiare tra le democrazie e le "autocrazie comuniste". Questo approccio, simile al neoconservatorismo, è in netto contrasto con le tendenze non interventiste tipicamente associate ai libertari.
Le vedute sulla politica estera di Milei sono state plasmate nel corso degli anni, già prima che diventasse presidente. La sua ammirazione per figure come Winston Churchill, che erano inequivocabilmente a favore della guerra e dello statismo, sottolinea ulteriormente l'influenza neoconservatrice.
Nonostante la sua posizione neoconservatrice in politica estera, la base di sostegno di Milei include figure ebraiche come Gerardo Werthein, Daniel Sielecki, Patricia Bullrich e l'imprenditore Eduardo Elsztain, che ha ospitato la sua campagna elettorale. La relazione di Milei con le élite ebraiche va oltre la politica, comprendendo imprenditori, rabbini e figure politiche.
Le dichiarazioni di Milei suggeriscono il sostegno all'imperialismo americano-zionista, compreso l'elogio per leader come Donald Trump, Volodymyr Zelenskyy e Benjamin Netanyahu. Questo sostegno ha portato a una relazione più stretta tra l'Argentina e gli interessi israeliani, con progetti di sviluppo del litio e cooperazione nella gestione delle acque durante il suo mandato.
I critici argomentano che la politica estera di Milei è rilevante per il suo potenziale impatto sull'opinione pubblica e la reputazione del movimento libertario. La critica di Milei come neocon regge senza il suo preoccupante trumpismo. Gli economisti Philipp Bagus e Bernardo Ferrero (B&F) argomentano che Milei non è un neocon, ma piuttosto un libertario, sebbene con una conoscenza limitata dei pensatori libertari come Rothbard e Hoppe.
B&F trovano anche ironico denunciare Milei come neocon, mentre lo criticano per il suo sostegno e alleanza con Trump. Argomentano che la politica estera di Milei non è significativamente informata dall'economia austriaca, mettendo in discussione l'idea che le sue tendenze neoconservatrici derivino dalla sua ideologia libertaria.
L'opposizione di Milei al femminismo e alla così detta "wokism" può essere vista come conservatorismo culturale, ulteriormente distanziandolo dall'etica libertaria della libertà individuale e dell'autodeterminazione. Si tratta di un quadro complesso di un leader le cui politiche economiche e interne si allineano al libertarismo, ma le cui vedute sulla politica estera si avvicinano al neoconservatorismo.
[1] Fiscalista, J. (2021). Javier Milei: El libertario que no es tan libertario. Recuperato da https://www.fiscalista.com/2021/09/01/javier-milei-el-libertario-que-no-es-tan-libertario/
[2] López, M. (2022). ¿Es Javier Milei un neoconservador? Recuperato da https://www.perfil.com/politica/2022/02/01/es-javier-milei-un-neoconservador-20220201-0038.html
- La deviazione dalle sue tendenze libertarie nella politica estera, mentre Milei promuove una posizione falco e anti-comunista, solleva domande sulla sua adesione al principio della libertà in generale (news).
- La base di sostegno del Presidente Milei include membri della comunità come Gerardo Werthein, Daniel Sielecki, Patricia Bullrich e l'imprenditore Eduardo Elsztain, indicando un coinvolgimento più ampio di figure ebraiche nella sua politica e affari (casinò e gioco d'azzardo) (comunità).
- La politica estera di Milei ha portato a una relazione più stretta tra l'Argentina e gli interessi israeliani, contribuendo a progetti di sviluppo del litio e alla cooperazione nella gestione delle acque durante il suo mandato (politica).
- I critici argomentano che il sostegno di Milei all'imperialismo americano-zionista e al trumpismo potrebbe potenzialmente influenzare l'opinione pubblica e la reputazione del movimento libertario, suggerendo che le sue vedute neoconservatrici potrebbero oscurare le sue (casinò-cultura) associazioni (crimine e giustizia).
- Poiché l'opposizione di Milei al femminismo e alla "wokism" dimostra il conservatorismo culturale, c'è una chiara disconnessione tra le sue politiche interne e l'etica libertaria della libertà individuale e dell'autodeterminazione (guerra e conflitti).