Smascherare le identità: rivelare i dati utente senza il consenso
Nel mondo del giornalismo, la scorsa settimana è stata caratterizzata da rivelazioni e controversie. Ecco alcuni dei principali racconti che hanno fatto scalpore.
The New York Times e FEMA The New York Times ha pubblicato un articolo su FEMA che non rispondeva a migliaia di chiamate di residenti del Texas colpiti dalle inondazioni. Il giornale non ha incluso la risposta dell'agenzia nell'articolo. Inoltre, una portavoce del Dipartimento della Sicurezza Interna, che comprende FEMA, ha rifiutato di essere identificata nell'articolo.
The Denver Post e ICE The Denver Post ha pubblicato un articolo approfondito su come le deportazioni di immigrati stanno ostacolando i processi penali. Tuttavia, ICE ha fornito la sua risposta solo alle stazioni televisive e radio locali, non al Denver Post, riguardo alla storia delle deportazioni. Steve Kotecki, portavoce di ICE, ha richiesto l'anonimato per le sue dichiarazioni in qualità di portavoce dell'agenzia federale, ma il Denver Post ha rifiutato di accontentarlo. Kotecki ha affermato che non avrebbe più fornito informazioni al Denver Post a meno che il giornale non avesse soddisfatto la sua richiesta di anonimato. Il Denver Post ha deciso di non concedere l'anonimato a un portavoce di Immigration and Customs Enforcement (ICE).
La tragedia a Camp Mystic The Washington Post ha assegnato un team di circa venti persone per assemblare un resoconto dettagliato e drammatico della catastrofe a Camp Mystic, dove ventisette ragazze e counselor sono morti tra le acque delle inondazioni. La storia ha rivelato che Camp Mystic aveva ricevuto un "avviso di alluvione severa" più di un'ora prima che il personale iniziasse a evacuare le ragazze. Ainslie Bashara, una diciannovenne counselor per ragazze della metà della sua età, ha evacuato i suoi partecipanti attraverso l'acqua alla vita e sono sopravvissuti.
Condizioni barbariche a Saydnaya Prison The Wall Street Journal ha pubblicato un articolo basato su interviste con ventuno ex detenuti sulle condizioni barbariche a Saydnaya prison in Siria. La storia ha rivelato che i prigionieri a Saydnaya erano costretti a bere la loro urina, subivano aggressioni sessuali e venivano picchiati dalle guardie. Molti detenuti a Saydnaya sono stati giustiziati, con un numero di fino a duecento omicidi al giorno.
Il mondo frenetico del giornalismo Nel frenetico mondo del giornalismo, velocità e accuratezza sono fondamentali. Aaron Parsley, un writer per Texas Monthly, ha pubblicato un resoconto in prima persona della sua famiglia durante le inondazioni del Texas la scorsa settimana. Incredibilmente, Aaron ha inviato gran parte del pezzo in meno di un giorno e il pezzo di 4.200 parole è stato editato, verificato e pubblicato da Texas Monthly in meno di una settimana dopo la catastrofe. Ross McCammon, direttore
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