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Secondo un recente rapporto, gli attacchi informatici preventivi possono essere iniziati dagli Stati Uniti

Stati Uniti mantiene l'autorità per eseguire attacchi cyber preven-tivi in caso di identificazione di un pericolo imminente

Gli Stati Uniti avrebbero apparentemente consentito di avviare attacchi cibernetici preventivi
Gli Stati Uniti avrebbero apparentemente consentito di avviare attacchi cibernetici preventivi

Secondo un recente rapporto, gli attacchi informatici preventivi possono essere iniziati dagli Stati Uniti

Nel panorama digitale in continua evoluzione, la comunità internazionale sta attivamente cercando di stabilire norme di comportamento accettabili nello 'spazio cibernetico'. Questo sforzo non sorprende, data l'aumentata utilizzazione di attacchi alla sicurezza delle informazioni da parte di attori statali, inclusi gli Stati Uniti, a beneficio dei loro interessi nazionali.

Uno dei principali attori in questa ricerca globale è il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che lavora diligentemente per stabilire le regole di ingaggio per la guerra cibernetica. In un importante passo verso questo obiettivo, il Segretario della Difesa Leon Panetta ha annunciato lo scorso ottobre che il Dipartimento stava sviluppando queste regole. Tuttavia, è importante notare che le nuove regole non specificano alcun nuovo paese o minacce specifiche contro cui l'esercito statunitense potrebbe legalmente attaccare l'infrastruttura digitale.

Gli Stati Uniti non sono soli in questo sforzo. Anche il Regno Unito sta adottando un approccio proattivo nello spazio cibernetico. Un comitato di parlamentari ha raccomandato un approccio più aggressivo, suggerendo metodi come la difesa attiva, la raccolta di informazioni e l'interferenza con le operazioni militari nemiche.

Il tema della guerra cibernetica è oggetto di considerevole dibattito a livello internazionale. Nel settembre 2011, un gruppo di stati membri delle Nazioni Unite, tra cui Cina e Russia, ha proposto un codice di condotta per lo 'spazio cibernetico' che includeva la censura della dissidenza. Questa proposta è stata contrastata, con la Conferenza di Londra sul Ciberspazio tenutasi in novembre 2011 per costruire un consenso contro di essa.

Nel frattempo, l'esercito statunitense potrebbe legalmente attaccare l'infrastruttura digitale situata in un paese straniero se viene trovata prova di una minaccia contro i propri sistemi. Questa conclusione è stata tratta da una revisione legale segreta condotta dall'Ufficio del Consigliere Generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Lo sviluppo e l'implementazione di queste regole non sono privi di sfide. Il professor Sir David Omand, un ex funzionario civile e ora accademico della sicurezza, ha dichiarato che progettare un'arma cibernetica specifica per disabilitare il sistema di difesa aerea nemico, ad esempio, non è un compito facile. Allo stesso modo, la costruzione di armi cibernetiche, come il verme Stuxnet, è un processo complesso.

Mentre la comunità internazionale continua i suoi sforzi per stabilire norme di comportamento accettabili nello 'spazio cibernetico', il tema della guerra cibernetica rimane una questione pressante. L'ascesa di paesi come l'Iran, apparentemente diventato una superpotenza cibernetica, aggiunge un altro strato di complessità a questa ricerca globale. Il bisogno di regole di ingaggio chiare e concordate nella guerra cibernetica non è mai stato più urgente.

In una dichiarazione dello scorso ottobre, Leon Panetta ha osservato che le nuove regole renderanno chiaro il ruolo del Dipartimento nella difesa della nazione e dei suoi interessi nazionali contro un attacco in o attraverso lo spazio cibernetico. Mentre questo lavoro continua, la speranza è che queste regole aiuteranno a scoraggiare potenziali aggressori e promuovere un mondo digitale più sicuro e stabile per tutti.

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