Scoperta di possibili impronte aliene nell'atmosfera di pianeti lontani oltre il sistema solare
Nel numero di febbraio 2020 di un certo sito web, è stato pubblicato uno studio innovativo che getta luce sulle potenzialità di rilevare segni di vita extraterrestre nelle atmosfere dei pianeti extrasolari delle dimensioni della Terra. La ricerca, intitolata "Quando il disequilibrio chimico nelle atmosfere dei pianeti simili alla Terra è un biossegnale o un antibiossegnale? Disequilibri da mondi morti a quelli viventi", è stata scritta da Nicholas Wogan e David Catling dell'Università di Washington.
Lo studio ruota intorno a un modello al computer dell'atmosfera e dell'oceano della Terra, che simula gli spostamenti nell'equilibrio atmosferico di un pianeta simile alla Terra durante diversi stadi della sua storia. Il modello ha tenuto conto dell'influenza dell'attività biologica sulle composizioni dei gas, nonché del consumo di 'gas commestibili' come l'idrogeno da parte dei microrganismi.
La fase della Terra pre-vita ha mostrato un disequilibrio chimico causato dal miscuglio di idrogeno e anidride carbonica da fonti geologiche. Con l'emergere della vita primitiva, il disequilibrio atmosferico è diminuito significativamente a causa del consumo di idrogeno da parte dei microrganismi. Si è trattato di un passo critico verso lo sviluppo di un equilibrio atmosferico più complesso e stabile.
La fotosintesi, quando si è evoluta, ha aggiunto ossigeno all'atmosfera, causando uno spostamento nel disequilibrio atmosferico che ha rivelato in modo evidente la presenza della vita. L'ossigeno è un gas altamente reattivo e sarebbe rapidamente rimosso da un'atmosfera se non fosse rifornito, rendendo la sua presenza un forte indicatore di attività biologica in corso.
Un'atmosfera ricca di ossigeno, insieme alla presenza di metano, potrebbe essere una forte prova di una biosfera su un pianeta extrasolare. Tuttavia, è importante notare che il metano può anche essere prodotto da processi non viventi, quindi la sua presenza da sola non è una prova definitiva della vita.
Gli astronomi si stanno attualmente concentrando sulla caratterizzazione della chimica delle atmosfere dei pianeti extrasolari. Stanno cercando biossegni nelle vicine super-Terre in transito con il James Webb Space Telescope. D'altra parte, alcuni gas come l'ossido di carbonio (CO), che rimangono non consumati e rappresentano una fonte di energia chimica inutilizzata, sono stati proposti come possibili antibiossegni perché la loro persistenza potrebbe indicare l'assenza di vita che li sfrutta.
Lo studio del disequilibrio chimico nelle atmosfere dei pianeti simili alla Terra è cruciale per distinguere tra biossegni e antibiossegni. La Terra, essendo il solo pianeta noto per sostenere la vita al momento, fornisce un punto di riferimento unico per capire i cambiamenti chimici e atmosferici che possono verificarsi con l'emergere e l'evoluzione della vita.
Lo stato di disequilibrio dell'atmosfera terrestre, caratterizzato da un'atmosfera ricca di ossigeno e con tracce di metano, indica una biosfera globale attiva. La spettroscopia dei pianeti extrasolari terrestri può rivelare prove forti per una biosfera globale e identificare anche alcuni gas, come l'ossido di carbonio, come 'antibiossegni' che indicano l'assenza di vita diffusa.
La scoperta dei pianeti extrasolari è un campo in rapida evoluzione nella scienza moderna. La capacità di rilevare e studiare le atmosfere dei pianeti extrasolari delle dimensioni della Terra potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell'universo e potenzialmente portare alla scoperta della vita extraterrestre. Lo studio di Wogan e Catling fornisce un quadro prezioso per questa eccitante impresa.
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