Scenari previsti per il futuro del web basato sull'IA, come delineato dal CEO di Cloudflare
Nel panorama digitale in continua evoluzione, diversi sviluppi significativi stanno ridefinendo il modo in cui navigiamo il web. Uno dei principali attori di questa trasformazione è Cloudflare, un'azienda che gestisce circa il 20% del traffico web.
Il CEO di Cloudflare, Matthew Prince, ha recentemente condiviso le sue previsioni sul futuro del web in un'intervista del 30 agosto. Ha delineato tre scenari distinte, ciascuno incentrato sul fondamentale sconvolgimento economico causato dai chatbot AI che consumano il contenuto web generando un traffico di riferimento minimo.
Uno dei scenari preferiti di Prince posiziona le aziende AI come aggregatori di contenuti, in competizione principalmente attraverso accordi di licenza esclusiva, simile ai modelli delle piattaforme di streaming. Questo spostamento potrebbe potenzialmente beneficiare i creatori di contenuti specializzati attualmente trascurati dai modelli pubblicitari tradizionali, come dimostrato dalla fattibilità del modello Netflix, con alcuni editori che considerano addirittura il blocco del crawler di Google a causa della diminuzione delle entrate di riferimento.
Tuttavia, il calendario per la risoluzione sembra compresso, con l'adozione dell'industria di misure di protezione del contenuto che si sta accelerando via via che i ricavi degli editori diminuiscono a causa della ricerca mediata dall'AI. Questa accelerazione è evidente nel lancio del gruppo di lavoro sui protocolli di monetizzazione del contenuto dell'IAB Tech Lab il 20 agosto, indicando un'ampia spinta dell'industria per i quadri di pagamento standardizzati.
L'implementazione tecnica di Cloudflare sostiene l'outcome preferito di Prince attraverso le risposte HTTP 402 "Pagamento richiesto", trasformando uno standard web largamente inutilizzato in un meccanismo di comunicazione attivo tra i creatori di contenuti e i crawler AI. Questo movimento mira a garantire che le aziende AI compensino gli editori per il loro contenuto, riducendo le stime di perdite annuali di $2 miliardi nei ricavi pubblicitari a causa dei riassunti di ricerca AI, che in media riducono il traffico degli editori dal 20 al 60%.
L'intervento di Prince non è privo di controversie. Le aziende come Starlink (di proprietà di Elon Musk) e AT&T hanno mostrato interesse nell'acquisire accordi di licenza esclusiva per le frequenze relative ai media per limitare le posizioni preferenziali delle aziende AI, il che potrebbe potenzialmente creare silos informativi, aumentando la polarizzazione politica, una preoccupazione espressa da Prince nelle sue previsioni ottimistiche.
Un'altra preoccupazione è lo scenario nichilista in cui i creatori di contenuti potrebbero rischiare l'estinzione a causa delle aziende AI che estraggono il contenuto senza compensazione mentre i flussi di reddito tradizionali svaniscono. La ricerca mostra che i visitatori della ricerca AI si convertiscono a un tasso 4,4 volte superiore rispetto al traffico organico tradizionale, rendendolo un'area redditizia per le aziende AI. Tuttavia, questo viene a costo dei ricavi degli editori, una preoccupazione che Google ha affrontato con i cali diffusi delle velocità di crawl a partire dall'8 agosto, influenzando le piattaforme di hosting principali come Vercel, WP Engine e Fastly.
Prince ha posizionato il suo intervento come necessario per la conservazione di Internet, dichiarando "Se Internet cessa di esistere, allora Cloudflare cessa di esistere". Via via che il web continua a evolversi, è chiaro che l'equilibrio tra le aziende AI, gli editori e gli utenti sarà un fattore chiave nella definizione del suo futuro.
Nel frattempo, OpenAI è emerso come un "attore positivo" secondo Prince, impegnato attivamente nelle discussioni sulla licenza del contenuto da quando Cloudflare ha lanciato il 1 luglio. Questo impegno suggerisce una volontà tra le aziende AI di affrontare le preoccupazioni dell'industria editoriale e di potenzialmente aprire la strada a un web più equo.
L'outcome di questi sviluppi dipende significativamente dalle decisioni regolamentari in multipli giurisdizioni che esaminano le pratiche di Google. Via via che il web continua a evolversi, rimane da vedere quale dei scenari di Prince si realizzerà.
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