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Quando le temperature aumentano eccessivamente nelle aree boschive, gli alberi lottano per trattenere il carbonio.

I luoghi di assorbimento del carbonio a livello mondiale potrebbero diventare emettitori di carbonio nell'arco di pochi decenni, secondo una ricerca recente.

Gli alberi faticano a sequestrare il carbonio quando sono eccessivamente riscaldati, una scoperta...
Gli alberi faticano a sequestrare il carbonio quando sono eccessivamente riscaldati, una scoperta che evidenzia l'importanza della conservazione delle foreste.

Quando le temperature aumentano eccessivamente nelle aree boschive, gli alberi lottano per trattenere il carbonio.

In un preoccupante sviluppo, uno studio pubblicato su Science Advances suggerisce che i principali pozzi di carbonio, come le foreste pluviali tropicali, le vaste praterie e le zone umide paludose, potrebbero diventare fonti di carbonio entro il 2050 se le emissioni di gas serra non verranno ridotte.

La ricerca, che coinvolge ricercatori dell'Istituto Max Planck per la Biogeochimica di Jena e del Global Carbon Project, evidenzia le debolezze dei pozzi di carbonio forestali dell'UE e propone misure per monitorare e gestire le foreste per la resilienza climatica.

Lo studio rileva che la Terra rischia di perdere il 45% della sua forza di assorbimento del carbonio terrestre entro la metà del secolo a causa dell'aumento delle temperature. Tuttavia, è importante notare che questa cifra non tiene conto della deforestazione o dell'eliminazione diretta dei pozzi di carbonio, quindi la realtà potrebbe essere molto peggiore.

I metodi dello studio si basano sui dati delle temperature effettivamente sperimentate dai biomi, offrendo stime su come il riscaldamento globale influenzerà le capacità di sequestro del carbonio. I ricercatori hanno utilizzato i dati di FLUXNET, una rete globale di monitoraggio del carbonio, e i metodi statistici utilizzati nella termodinamica per calcolare come lo scambio di carbonio tra gli ecosistemi e l'atmosfera si sposta rispetto alla temperatura.

Il cambiamento climatico non sarà sentito in modo uniforme. Anche gli ecosistemi tolleranti al calore hanno limiti di temperatura che la crisi climatica metterà alla prova. Ad esempio, la foresta pluviale amazzonica, che immagazzina circa 200 miliardi di tonnellate di carbonio, potrebbe essere una di quelle più colpite. I popoli indigeni che vivono nella foresta pluviale amazzonica potrebbero essere tra i più colpiti da questo devastazione.

Lo studio non esplora specifici biomi a causa della loro variabilità nella tolleranza al calore. Tuttavia, le foreste pluviali del Sud Asia e le foreste di taiga della Russia e del Canada potrebbero essere tra le prime a vedere un cambiamento nelle loro capacità di sequestro del carbonio a causa dell'aumento delle temperature.

La protezione degli ecosistemi vitali non è sufficiente; dobbiamo anche ridurre drasticamente il consumo di fonti fossili. Se i pozzi di carbonio diventano fonti di carbonio, possono verificarsi loop di feedback irreversibili, che potrebbero portare a un'emergenza climatica. Concentrarsi esclusivamente sulle 'opportunità economiche' di riduzione delle emissioni, come la riforestazione, la sequestrazione del carbonio del suolo e altre soluzioni climatiche naturali, potrebbe essere inefficace senza ridurre simultaneamente le emissioni legate ai combustibili fossili.

Ann Bartuska, consulente senior di Resources for the Future, definisce lo studio 'credibile' e sottolinea la sua importanza per gli altri scienziati per costruire su di esso attraverso la sua metodologia e i suoi risultati. Il tasso attuale di emissioni (Percorso di Concentrazione Rappresentativo 8.5) potrebbe portare a circa la metà del danno che potrebbe essere evitato se i leader scegliessero un'altra strada, come l'RCP 2.6.

Lo studio serve come un promemoria inequivocabile della necessità urgente di un'azione globale per contrastare il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra. Le conseguenze del mancato intervento sono gravi, con la perdita dei pozzi di carbonio che contribuisce a un ciclo vizioso di ulteriore riscaldamento e degrado ambientale. È il momento che i leader

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