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Proteste dei sopravvissuti al terremoto in Marocco

Sopravvissuti al terremoto si radunano a Rabat, chiedendo la ricostruzione delle case secondo il piano di ricostruzione del governo, dopo che il disastro haclaimed quasi 3.000 vite in Marocco nel 2023.

Manifestanti superstiti del terremoto in Marocco chiedono aiuto per l'alloggio
Manifestanti superstiti del terremoto in Marocco chiedono aiuto per l'alloggio

Proteste dei sopravvissuti al terremoto in Marocco

Al centro del Marocco, le storie di resilienza e difficoltà continuano a svilupparsi due anni dopo che un terremoto devastante ha colpito la catena montuosa dell'Atlante Alto. L'8 settembre 2023, un terremoto di magnitudo 6.8 ha distrutto decine di migliaia di case, lasciando molte famiglie come Aicha Ouchane e sua madre a vivere in condizioni dure in un garage.

In modo simile, Ibrahim Achkijou, un uomo di 30 anni, vive in un container per il trasporto merci a sud di Marrakech, anch'egli escluso dall'aiuto senza spiegazioni. Le loro storie commoventi sono in netto contrasto con i progressi fatti in altre province.

Le autorità hanno riferito che il terremoto ha danneggiato circa 55.000 case. Tuttavia, il conteggio ufficiale non ha incluso i dati delle province di Ouarzazate e Azilal, lasciando i dettagli specifici su queste famiglie poco chiari.

Nonostante queste sfide, le famiglie colpite hanno ricevuto mensilmente un assegno di $277 per aiutarli a far fronte alla situazione. Tuttavia, la dura realtà dei mesi invernali ha costretto molti a dormire all'aperto, i loro rifugi temporanei offrendo poca protezione contro gli elementi.

Le autorità marocchine hanno annunciato un piano di ricostruzione di cinque anni con un budget stimato di $11,7 miliardi dopo il terremoto. Secondo l'ultimo conteggio ufficiale, circa 45.800 case sono state ricostruite nelle province di Al Haouz, Chichaoua, Taroudant e Marrakech.

Tuttavia, le famiglie escluse non si arrendono. Aicha Ouchane e sua madre, insieme a Ibrahim Achkijou, hanno viaggiato dalle zone colpite di Ouarzazate per unirsi alla protesta fuori dal parlamento nella capitale del Marocco. Gli striscioni della protesta recitavano "No alla esclusione, no alla marginalizzazione" e "Un tetto per ogni vita, la dignità non ha prezzo".

I manifestanti chiedono il diritto di essere inclusi nel programma di ricostruzione, evidenziando la necessità di trasparenza e equità nella distribuzione dell'aiuto. Le loro voci rispecchiano i sentimenti di molti che lottano ancora per ricostruire le loro vite dopo la catastrofe.

Il cammino verso la ripresa è lungo e difficile, ma lo spirito di resilienza tra le famiglie colpite rimane intatto. La loro lotta per la giustizia serve come promemoria che ogni vita merita dignità e un tetto sicuro.

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