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Politici spingono per una maggiore educazione pubblica sul termine "c" tabù

Politici mirano ad aumentare la comprensione del pubblico dell'uso improprio di un termine offensivo, spesso chiamato la 'parola-c'.

Politici si battono per la promozione di un'intollerabile termine 'c' come questione di...
Politici si battono per la promozione di un'intollerabile termine 'c' come questione di preoccupazione

Politici spingono per una maggiore educazione pubblica sul termine "c" tabù

In un importante passo avanti, un tribunale olandese ha recentemente multato un uomo di €150 per aver utilizzato la parola "coolie" come insulto in un commento online. Questa sentenza, che segna la prima volta in cui il razzismo interetnico è punibile in questo modo, ha scatenato un dibattito sulle origini e le implicazioni di questo termine storicamente carico.

La parola "coolie" si riferiva originariamente ai lavoratori indiani e asiatici migranti in Suriname dopo l'abolizione della schiavitù. Lo storico Chan Choenni suggerisce che la parola potrebbe aver origine in parole cinesi per lavoro pesante. Tuttavia, nel tempo, il termine ha acquisito una connotazione dispregiativa e è caduto in disuso ufficiale.

Chan Choenni, nato in Suriname, fa notare che la parola "coolie" si riferisce a un'epoca in cui le tensioni interetniche avevano un ruolo forte nel paese. I lavoratori a contratto a cui si riferiva originariamente il termine non erano schiavi, ma non vivevano certo in condizioni ideali.

La campagna proposta mira a mettere in luce le radici coloniali della parola "coolie". Sheher Khan, capo del partito DENK ad Amsterdam, ha chiesto alla giunta comunale di considerare una campagna rivolta ai bambini delle scuole per educarli sulle origini e gli effetti della parola. Mairan Sewtahal, consigliere del partito PvdA Labour all'Aia, ha accolto con favore la sentenza del tribunale, sottolineandone l'importanza nel contrastare gli insulti razziali.

Il giornalista Avish Jajairam, che ha portato avanti la causa in tribunale, sottolinea l'importanza di denunciare tutte le forme di razzismo. Jajairam sottolinea che la sentenza del giudice è unica perché ha stabilito che il razzismo interetnico è punibile. Avish Jajairam afferma di non voler bandire parole, ma vuole che le persone siano consapevoli di ciò che dicono e di come trattano gli altri.

I consiglieri locali di Amsterdam e dell'Aia sono preoccupati per l'uso della parola "coolie" a causa delle sue possibili connotazioni razziali. La comunità asiatica considera la parola altrettanto offensiva della parola "n". Questa preoccupazione ha portato a richieste di maggiore educazione e consapevolezza sulla storia e le implicazioni della parola "coolie".

In conclusione, la sentenza del tribunale olandese e la successiva campagna di educazione mettono in luce l'importanza di comprendere e affrontare le implicazioni storiche e culturali delle parole che possono essere considerate offens

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