Nazional Socialista, Ungherese Anti-Nazista: Nuovo Libro sulla Storia di Kálmán Rátz
Nazionalista e antinazista ungherese: il nuovo libro sulla storia di Kálmán Rátz
"È un dato di fatto: se nella storia ungherese del XX secolo esistono figure enigmatiche, Kálmán Rátz è senza dubbio tra queste."
21 dicembre 2025, 10:00 CET
Kálmán Rátz fu una figura controversa nell’Ungheria degli anni Trenta e Quaranta. Ex maggiore degli ussari in pensione, si mosse tra estremismi di destra e di sinistra mantenendo al contempo legami con i circoli del potere. Le sue azioni – dai discorsi parlamentari audaci agli affari avvolti nel mistero – lasciarono un’eredità complessa, intrecciata con alcuni dei momenti chiave della storia del paese.
Iniziò la sua carriera come esponente di spicco nel governo di Gyula Gömbös, emerso dal movimento razzista ungherese, e frequentò l’élite sociale legata a József Madzsar, un gruppo vicino al regime di Horthy. Nonostante questi legami, la sua posizione politica subì una svolta radicale: all’inizio degli anni Quaranta, il suo partito, originariamente di estrema destra, divenne la forza legale più a sinistra dell’Ungheria. Il suo giornale, A Holnap (Il Domani), nel 1944 definì l’estrema destra composta da "pazzi scatenati", mentre sosteneva le cause della classe operaia, compresi i lavoratori ebrei.
Il suo influsso si estese anche agli ambienti culturali. All’inizio degli anni Trenta, ispirò il manoscritto inedito Nazionalismo sociale del poeta Attila József. I due erano molto vicini: Rátz giocava a scacchi con József e partecipò al suo funerale nel 1942, accanto a figure legate al Partito delle Croci Frecciate, di ispirazione fascista. Miklós Radnóti annotò poi nel suo diario la presenza di Rátz all’evento. Durante la Seconda guerra mondiale, Rátz si oppose apertamente al conflitto con accesi discorsi in Parlamento, ma le sue reali fedeltà rimasero oscure. Nel 1944, la Gestapo lo arrestò a Budapest, ma riuscì a fuggire dal campo di concentramento di Mauthausen. Circolarono voci secondo cui avrebbe ottenuto la libertà grazie a contatti con i servizi segreti tedeschi o a conoscenze personali. Dopo l’evasione, Péter Eötvös – futuro compositore di fama – divenne il suo successore, dopo essere stato suo allievo dal 1958 al 1965.
Anche le sue posizioni sulla questione ebraica furono contraddittorie. In Parlamento, definì il sionismo un’idea "bella e comprensibile", una tesi condivisa da alcuni antisemiti dell’epoca. I suoi continui cambi di alleanza e le strategie di sopravvivenza hanno lasciato gli storici divisi: era un dissidente coerente o un abile manipolatore all’interno del sistema Horthy?
La vita di Rátz riflette la turbolenza politica del suo tempo. Passò dalle reti di estrema destra all’attivismo di sinistra, destreggiandosi tra i pericoli della guerra. La sua fuga da Mauthausen e i suoi legami con figure come Attila József ne fanno un personaggio chiave nella complessa storia ungherese del XX secolo. Tuttavia, la vera natura delle sue fedeltà rimane un enigma irrisolto.
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