Molti registi scelgono sempre più la Giordania come location di riprese.
L'industria cinematografica della Giordania sta facendo onde nel panorama cinematografico globale, grazie a un programma di rimborsi in contanti rivisto e a una lista in crescita di produzioni di rilievo. L'apertura degli Olivewood Film Studios nel 2023, fuori dalla capitale Amman, è stata un chiaro segno di progresso.
Gli studi, che coprono ciascuno 16,000 metri quadrati, ospitano attualmente la versione in lingua araba di The Voice, prodotta dal gruppo MBC. Non è la prima volta che la Giordania attira l'attenzione internazionale come location cinematografica. In effetti, è stato Lawrence of Arabia di David Lean a suscitare per primo l'interesse per il paese del Medio Oriente.
Da allora, la Giordania ha ospitato diverse produzioni di rilievo, tra cui Indiana Jones and the Last Crusade di Steven Spielberg, The Martian di Ridley Scott, Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow e Dune parti uno e due di Denis Villeneuve. Villeneuve si è addirittura innamorato delle persone e del paesaggio della Giordania durante il suo soggiorno lì.
Il nuovo pacchetto di incentivi offre rimborsi tra il 25 e il 45% delle spese effettuate nel paese, con la fascia di rimborso del 45% riservata ai film che spendono più di 10 milioni di dollari e mettono in risalto gli elementi culturali giordani. I progetti vengono valutati utilizzando un sistema di punti che tiene conto della dimensione del budget, del valore culturale e dell'integrazione del contenuto giordano.
La Royal Film Commission of Jordan, fondata nel 2003, è da tempo leader nella produzione di drama televisivi in arabo. Negli ultimi anni, la Giordania ha sostenuto anche diverse produzioni originali Netflix, tra cui la serie sovrannaturale per adolescenti Jinn.
La soglia inferiore per il programma di rimborsi, ora a 250.000 dollari, apre le porte a più lungometraggi indipendenti, spot pubblicitari e persino video musicali. Ciò ha portato alla crescita del talento locale, con Zain Duraie, un regista giordano cresciuto in Giordania, che ha fatto il suo debutto mondiale nella sezione Discovery del Toronto International Film Festival (TIFF) con il suo primo lungometraggio, Sink.
Sink non è l'unico film arabo che fa rumore al TIFF quest'anno. Annemarie Jacir, una regista palestinese acclamata, gira regolarmente film in Giordania. Il suo ultimo lungometraggio, Palestine 36, è la candidatura
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