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Massacri e abusi sessuali in aumento nella Repubblica Democratica del Congo, secondo quanto riferito da organizzazioni umanitarie di tutto il mondo

In due recenti rapporti di Amnesty International e Human Rights Watch sono evidenziati i gravi abusi dei diritti umani, comprese uccisioni diffuse, aggressioni sessuali e sfollamenti forzati nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Massacri e abusi sessuali in aumento nella Repubblica Democratica del Congo, secondo quanto riferito da organizzazioni umanitarie di tutto il mondo

Nell'est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), la ripresa dei ribelli M23, apparentemente sostenuti dal governo e dall'esercito del Rwanda, ha scatenato un'ondata di violenza sistematica e diffusa contro i civili. Questa situazione preoccupante è stata documentata sia da Amnesty International che da Human Rights Watch (HRW), con la prima che ha basato la sua indagine su più di 50 testimonianze di vittime e testimoni.

La violenza commessa dai M23 e dalle milizie locali, allineate con Kinshasa, è indiscriminata e include stupri, esecuzioni e terrore. I sopravvissuti hanno descritto di essere stati costretti a marce, di aver assistito all'omicidio dei propri familiari e di essere scampati per un soffio all'esecuzione. Gli atti di questi gruppi armati potrebbero costituire crimini di guerra, secondo sia Amnesty International che HRW.

Il rapporto di Amnesty International documenta anche torture, rapimenti di giornalisti e avvocati e almeno cinque esecuzioni sommarie. Le scoperte di HRW gettano luce su grandi stragi vicino al parco nazionale di Virunga a luglio. La ripresa dei M23 ha destabilizzato le province ricche di minerali del Nord e del Sud Kivu, costringendo più di due milioni di persone a fuggire quest'anno.

Il gruppo M23 ha conquistato la capitale regionale di Goma a gennaio e la città del Sud Kivu di Bukavu a febbraio. La brutalità dei belligeranti, come previsto da Tigere Chagutah, direttore regionale di Amnesty, non ha limiti.

Le vittime provengono principalmente dalle comunità Hutu e Nande, con HRW che stima che più di 140 persone siano state uccise, con il bilancio potenzialmente superiore a 300. HRW ha invitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'UE e i governi ad ampliare le sanzioni e a perseguire i responsabili. Chiedono anche al Rwanda di consentire l'accesso forense indipendente alle aree controllate dai ribelli.

I negoziati di pace in Qatar e gli sforzi diplomatici regionali sono oscurati dal crescente bilancio civile. Amnesty insiste che né Kigali né Kinshasa possono evitare la responsabilità, premendo perché si assumano la responsabilità dei responsabili e proteggano i civili. Le Nazioni Unite hanno sospeso un'indagine sui

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