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Lottare in vari settori: comprendere le leggi tradizionali sulla proprietà intellettuale nel mondo digitale

Il diritto internazionale del commercio incontra sfide nella creatività digitale a causa delle regolamentazioni analogiche della proprietà intellettuale, in particolare riguardo ai pagamenti dei diritti d'autore e alla trasmissione in streaming.

Lottare in vari settori: comprendere le leggi tradizionali sulla proprietà intellettuale nel mondo digitale

In recenti sviluppi, il riconoscimento dei "prodotti digitali" come beni scambiabili ha rappresentato un passo significativo negli accordi commerciali rivisti. L'Accordo tra gli Stati Uniti, Messico e Canada (precedentemente l'Accordo di Libero Commercio Nordamericano) e l'Accordo economico e commerciale globale tra Canada e Unione Europea (CETA) sono esempi principali.

Tuttavia, questi progressi si verificano in un contesto di preoccupazioni riguardo alla corretta valutazione della proprietà intellettuale (PI) nelle opere creative. Le statistiche commerciali spesso non sono sufficienti, portando a un'anomalia statistica che presenta sfide, in particolare per i paesi in via di sviluppo che cercano di stabilire nuovi hub commerciali di PI.

Un nuovo documento di lavoro pubblicato da Antony Taubman, Direttore della Divisione della Proprietà Intellettuale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), affronta questo problema. Il documento, pubblicato da CREATe, Università di Glasgow, come parte delle loro ricerche per il Creative Industries Policy and Evidence Centre (PEC), ribadisce l'importanza di mantenere l'equità e l'equilibrio nel sistema della PI.

Il documento suggerisce che un dialogo più robusto tra le comunità politiche, pratiche e accademiche potrebbe essere un punto di partenza promettente. Inoltre, evidenzia la necessità di un sistema di PI aggiornato che tenga il passo con il rapido ritmo delle innovazioni tecnologiche, una preoccupazione rispecchiata dalle esistenti regole commerciali internazionali, in particolare l'Accordo sull'OMC sui Aspects of Trade Related to Intellectual Property Rights (TRIPS).

La rivoluzione digitale ha portato a risposte governative distinte e frammentate negli Stati Uniti, nell'UE e in Asia, secondo il documento. Esso utilizza tre metafore - "spaghetti" (un groviglio di preferenze bilaterali), una "lasagna" (uno strato di norme sostanziali sovrapposte) o "ravioli" (pacchetti normativi discreti trasmessi attraverso gli accordi commerciali, separati dal loro contesto commerciale e legale) - per caratterizzare le diverse forme di interazione tra i nuovi accordi commerciali.

Il settore delle industrie creative non è lasciato intatto da questi cambiamenti. Il Piano Settore delle Industrie Creative ha effettuato importanti annunci a livello di settore, mentre il Global Creative Economy Council, una piattaforma per i dialoghi tra il Nord e il Sud globale, sta avendo discussioni in corso sulla questione.

Ricercatori come la dottoressa Amy Thomas e il professor Dave O'Brien sono attivamente impegnati nel comprendere le implicazioni di questi sviluppi per le industrie creative. Nel frattempo, il professor Martin Kretschmer, Direttore di CREATe, Università di Glasgow, e il professor Nick Wilson continuano il loro lavoro sulla Gap di Equità nei Settori Creativi del Regno Unito e sulla co-locazione dei Settori Creativi con altri settori prioritari della Strategia Industriale, rispettivamente.

Infine, è degno di nota che le occupazioni giornalistiche sono ora incluse nella lista delle Occupazioni Creative del DCMS, riflettendo l'importanza crescente di questi settori nell'era digitale odierna.

Il documento, pur essendo illuminante, non fornisce soluzioni o raccomandazioni specifiche per calibrare un sistema commerciale libero, equo e giusto per i creatori e i consumatori. Tuttavia, serve come pietra miliare cruciale nel dibattito in corso sull'intersezione della proprietà intellettuale, del commercio e della distribuzione digitale del contenuto creativo.

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