Lotta per il potere nella Lega araba: bilanciamento tra rappresentanza democratica e governo autoritario per la legittimità
La Lega degli Stati Arabi (LSA), un'organizzazione regionale influente, è stata attivamente coinvolta nel vicinato meridionale dell'UE. Le sue azioni in questa regione hanno scatenato dibattiti e sollevato preoccupazioni sulla sua dedizione alla democrazia e ai diritti umani.
Uno studio recente suggerisce che l'impegno della LSA è influenzato meno dai principi normativi della democrazia e più dagli interessi strategici degli stati membri dominanti, in particolare le monarchie del Consiglio per la Cooperazione del Golfo (CCG). Questi stati, tra cui l'Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain, l'Oman e il Kuwait, svolgono un ruolo dominante nella definizione delle strategie della LSA. I loro interessi strategici includono il mantenimento della sicurezza regionale, il contrasto delle minacce esterne e la promozione della stabilità economica e politica.
Questa allineamento strategico è evidente nelle azioni della LSA nel vicinato meridionale dell'UE. Nonostante un intervento attivo in Libia e Siria, presentato come umanitario e a favore della democrazia, il suo approccio in Bahrain e Yemen è stato notevolmente diverso. In questi paesi, la LSA è stata passiva o complice, allineandosi con gli interessi del CCG per reprimere i movimenti democratici.
Questo approccio duale è stato criticato per dare la priorità alla stabilità regionale rispetto ai principi democratici e ai diritti umani. Le azioni della LSA nel vicinato meridionale dell'UE mettono in evidenza le sfide nell'ottenere un cambiamento democratico genuino nel mondo arabo, poiché gli attori esterni spessorioritizzano i propri interessi rispetto ai principi democratici.
Tuttavia, è importante notare che la LSA ha sviluppato strumenti e discorsi allineati con i principi democratici, come l'osservazione delle elezioni, i charter sui diritti umani e le riforme della governance. Tuttavia, le azioni della LSA spesso riflettono gesti simbolici piuttosto che impegni sostanziali verso la democrazia.
Le rivolte arabe del 2011 hanno rappresentato un momento cruciale per valutare l'approccio duale della LSA. In questo periodo, la LSA è stata attiva e interventista in Libia e Siria, mentre era passiva o complice in Bahrain e Yemen. Questo modello di collaborazione autoritaria mascherato da retorica a favore della democrazia è continuato nelle azioni della LSA nel vicinato meridionale dell'UE.
È chiaro che è necessario aumentare la trasparenza e la responsabilità nei processi decisionali della LSA. Inoltre, è necessario un approccio più bilanciato per promuovere la democrazia e i diritti umani nella regione, che dia la priorità ai principi democratici rispetto agli interessi strategici. Le azioni della LSA nel vicinato meridionale dell'UE dimostrano la necessità di un tale approccio.
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