L'esercizio fisico aumenta la protezione della memoria anche quando il cervello non ha il carburante necessario.
In una scoperta rivoluzionaria, un progetto di ricerca guidato dal professor Eling D. de Bruin presso l'ETH Zurigo e l'Università delle Scienze Applicate della Svizzera Orientale (OST) ha svelato un potenziale rivoluzionario nella lotta contro la malattia di Alzheimer. Lo studio suggerisce che l'esercizio fisico regolare potrebbe modificare in modo fondamentale la vulnerabilità del cervello al disfunzionamento metabolico che guida l'Alzheimer, offrendo un nuovo approccio per prevenire il declino cognitivo.
La ricerca, che si è concentrata sull'allenamento di resistenza cronica, ha rivelato che l'esercizio fisico attiva meccanismi di supporto del cervello che operano in modo indipendente dai sistemi energetici noti del corpo. Ciò potrebbe rendere il cervello più resistente e adattabile, potenzialmente invertendo il declino cognitivo e proteggendo la funzione cerebrale anche quando la produzione di chetoni è compromessa.
Il fegato gioca un ruolo chiave nella salute del cervello attraverso la produzione di chetoni, che sono spesso la fonte energetica preferita del cervello per i compiti cognitivi complessi. I chetoni sono cruciali per la formazione della memoria, l'apprendimento e la funzione cerebrale generale. Tuttavia, l'approccio tradizionale per prevenire il declino cognitivo si è concentrato sul mantenere una buona circolazione, controllare la glicemia e garantire una nutrizione adeguata per alimentare il cervello.
Questa nuova scoperta mette in discussione questo approccio tradizionale. L'esercizio fisico potrebbe offrire una protezione superiore attivando simultaneamente più vie protettive del cervello. Ad esempio, l'esercizio fisico stimola la produzione di fattore neurotrofico derivo dal cervello (BDNF) e altri fattori di crescita che incoraggiano la plasticità neuronale, la formazione di nuove cellule e la connettività migliorata tra le regioni cerebrali.
Inoltre, l'esercizio fisico riduce l'infiammazione cronica in tutto il corpo, compreso il cervello, e improves the brain's ability to extract energy from whatever fuel sources are available, making neural metabolism more efficient overall.
Le implicazioni per la prevenzione sono sconvolgenti. L'esercizio fisico regolare potrebbe non solo ritardare l'insorgenza dell'Alzheimer di alcuni anni; potrebbe modificare in modo fondamentale la vulnerabilità del cervello al disfunzionamento metabolico che guida la malattia. Ciò potrebbe essere particolarmente significativo dati i proiezioni che prevedono che l'Alzheimer colpirà 13,8 milioni di americani entro il 2060.
Interessantemente, lo studio rivela anche un legame tra la grave disfunzione epatica e il rischio di sviluppare demenza. Il processo di produzione dei chetoni implica un enzima limitante di velocità chiamato 3-idrossimetilglutaril-CoA sintasi 2 (HMGCS2). La funzione compromessa dell'HMGCS2 può causare un drammatico peggioramento delle prestazioni cognitive.
Tuttavia, anche con la produzione di chetoni gravemente compromessa, l'esercizio fisico ha compensato completamente la perdita di una fonte principale di energia per il cervello. Ciò suggerisce che l'esercizio fisico potrebbe offrire un'alternativa per supportare la funzione cerebrale, indipendentemente dalla capacità del fegato di produrre chetoni.
La terapia con chetoni ha mostrato promessa come approccio terapeutico, fornendo una fonte energetica alternativa per i neuroni in difficoltà. Questa ricerca apre la possibilità di combinare l'esercizio fisico con la terapia dei chetoni per una protezione cognitiva ancora più efficace.
In conclusione, questa ricerca offre un approccio fondamentalmente diverso per prevenire l'Alzheimer. Invece di fornire più carburante al cervello, l'esercizio fisico potrebbe rendere il cervello più resistente alle carenze di carburante e allo stress metabolico che caratterizzano le malattie neurodegenerative. Ciò potrebbe essere un punto di svolta nella lotta contro l'Alzheimer, offrendo speranza per milioni di persone colpite da questa malattia devastante.