Le tecniche investigative CSI potrebbero combattere efficacemente il commercio illegale di animali selvatici da miliardi di dollari?
In un'iniziativa per contrastare l'aumento della caccia di frodo e del contrabbando di animali selvatici, le agenzie di legge in tutto il mondo si stanno rivolgendo a tecniche forensi avanzate. Questo cambiamento è stato spinto dal drastico cambiamento delle leggi sulla fauna selvatica, che ha portato a un aumento della dipendenza dalle prove forensi.
In Mongolia, la polizia ecologica vanta un sofisticato setup forense, completo di un laboratorio del DNA. In tutto il mondo, la sequenza del DNA, l'analisi delle impronte digitali, l'imaging a infrarossi, i test balistici e altre tecniche scientifiche vengono utilizzate per contrastare questo commercio illegale.
Un esempio di successo proviene dal Kenya, dove il Kenya Wildlife Service ha utilizzato questi kit per arrestare 15 individui, compresi cinque ufficiali di polizia, nel 2017. I sospetti sono stati identificati grazie alle loro impronte digitali su avorio sequestrato.
Tuttavia, la situazione non è la stessa ovunque. Molti dipartimenti di polizia africani mancano delle risorse necessarie, con alcuni che non dispongono nemmeno di Wi-Fi e scanner per impronte digitali mobili che consentono agli ufficiali di inviare immagini dai telefoni ai centri dati. Questa mancanza di infrastrutture rappresenta una sfida nel contrasto al crimine contro la fauna selvatica.
Per affrontare questo divario, il Fondo Internazionale per la Protezione degli Animali (IFAW) ha distribuito kit per l'analisi delle impronte digitali contenenti un enhancer delle impronte digitali chiamato SupraNano Magnetic Powder alle forze di polizia e ai ranger in 23 paesi in Africa e Asia. Mark Moseley, il fotografo di polizia che ha sviluppato questa polvere, sta sperimentando innovazioni forensi per contrastare il crimine contro la fauna selvatica.
L'uso di questi kit si è dimostrato efficace, con la tecnologia di sequenziamento che si è rivelata utile su una vasta gamma di materiali della fauna selvatica, tra cui corna di rinoceronte, artigli di tigre, denti di ippopotamo, denti di balena e persino gusci d'uovo.
In Sud Africa, i bracconieri hanno ucciso oltre 10.000 rinoceronti tra il 2006 e il 2024, con la maggior parte delle corna che finisce in Vietnam e in Cina. Per contrastare questo fenomeno, la Rete Forense per la Tracce della Fauna Selvatica ha fornito finanziamenti e supporto per le strutture di test del DNA in diversi paesi, tra cui Malaysia, Vietnam, Sud Africa, Botswana, Zambia, Malawi, Tanzania, Uganda, Gabon, Zimbabwe, Namibia ed eSwatini.
Tuttavia, le sfide permangono. I database delle impronte digitali in Africa sono ancora sotto sviluppati, rendendo le possibilità di corrispondenze delle impronte digitali basse. Inoltre, alcuni poliziotti africani non sono interessati a questo nuovo metodo, con le impronte digitali spesso archiviate nei cassetti invece di essere sottoposte ad analisi.
In Thailandia, il leader di un gruppo di cacciatori, Premchai Karnasuta, un tycoon dell'impero edilizio e uno degli uomini più influenti e potenti del paese, è stato arrestato con l'accusa di bracconaggio di specie protette e violazione delle leggi sulle armi. Un leopardo nero è stato trovato morto in un campo in
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