Le reti internazionali di cyberforze affrontano sfide nei sistemi globali della catena di approvvigionamento
Nel panorama sempre più in evoluzione della cybersecurity, i ruoli e le posizioni delle varie nazioni sono diventati sempre più significativi. Il Belfer Center della Harvard Kennedy School ha identificato gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, Israele e il Regno Unito come le potenze cibernetiche dominanti.
Il rappresentante Mike Gallagher, R-WI, ha sottolineato la necessità di investimenti significativi per aiutare i governi locali a liberarsi dai fornitori a rischio, come parte di una strategia più ampia per garantire la sicurezza del dominio digitale. Questo mentre gli Stati Uniti si classificano al primo posto per il controllo nel cyberspazio, mentre la Cina guida nelle attività commerciali.
Il generale in pensione Keith Alexander ha espresso preoccupazioni sulla capacità degli Stati Uniti di agire offensivamente nel cyberspazio, sottolineando la necessità di continui investimenti e sviluppi in questo settore. Nel frattempo, Chris Inglis, scelta di Joe Biden per il direttore nazionale della cybersecurity, ha sostenuto la collaborazione aumentata con il settore privato, suggerendo che il Congresso dovrebbe adottare più delle raccomandazioni della Cyberspace Solarium Commission che rafforzano i contributi del settore privato.
Man mano che l'industria privata diventa sempre più intrecciata con la geopolitica attraverso il cyber, i governi dovranno bilanciare la sicurezza nazionale, la continuità aziendale e la protezione della proprietà intellettuale. Gallagher ha anche proposto un "quadro di acquisto alleato" per promuovere la fiducia nella catena di fornitura.
Il Regno Unito domina nella difesa, nell'offensiva, nell'intelligence e nelle norme, secondo le ricerche del Belfer Center. Tuttavia, la Russia si classifica al quarto posto a causa dei suoi obiettivi specifici e delle forti capacità dedicate a quegli obiettivi. Le intenzioni della Russia tendono solitamente all'erosione della fiducia, utilizzando campagne di disinformazione o corrompendo gli aggiornamenti del software, come dimostrato dagli attacchi SolarWinds e Microsoft Exchange.
I finanziamenti e gli investimenti nei alleati costruiscono una catena di fornitura affidabile, secondo Suzanne Spaulding. Il governo federale include anche il settore privato nei suoi intenti di cybersecurity, come ha sottolineato Chris Inglis che "il governo dovrebbe avere la propria casa in ordine" mentre si impegna sempre di più con l'industria privata.
È importante notare che il potere cybernon è definito solo dalle misure offensive. I comportamenti avversari, come gli attacchi SolarWinds o Microsoft Exchange, non sono le uniche attività che definiscono una potenza cyber. Le decisioni tecnologiche o le politiche che i paesi prendono svolgono anche un ruolo cruciale nel plasmare il loro status di potenza cyber.
In conclusione, il panorama della cybersecurity a livello globale è complesso e dinamico, con varie nazioni che lottano per la dominanza e l'influenza. Man mano che l'industria privata e la geopolitica continuano ad intrecciarsi, i governi dovranno navigare con cura in questo panorama, bilanciando la sicurezza nazionale, la continuità aziendale e la protezione della proprietà intellettuale.
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