Le autorità israeliane distruggono edifici a più piani a Gaza mentre l'esercito intensifica le operazioni in città
In un'operazione che ha suscitato forti critiche in Israele e a livello internazionale, l'esercito israeliano ha intensificato la sua offensiva nella Striscia di Gaza, estendendo le operazioni terrestri per occupare la più grande città della regione.
La campagna militare, iniziata in ottobre 2023, ha portato alla distruzione di quasi il 90% dell'infrastruttura di Gaza, comprese case, scuole e servizi pubblici. Secondo le autorità sanitarie palestinesi, più di 64.000 persone, per lo più civili, sono state uccise dalle azioni dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza dal mese di ottobre.
Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha descritto le operazioni come "le porte dell'inferno che si aprono su Gaza". Le azioni dell'esercito hanno portato a una vasta dispersione, con la maggior parte delle famiglie disperse che trovano rifugio in aule scolastiche affollate e edifici universitari danneggiati.
La Torre Al-Sousi, che ospitava oltre 60 appartamenti, è stata rasa al suolo dai caccia israeliani sabato scorso. Questa demolizione è seguita a un ordine di evacuazione temporanea, lasciando le famiglie in fuga. La distruzione della Torre Al-Sousi è avvenuta un giorno dopo che la vicina Torre Mushtaha era stata abbattuta dall'esercito israeliano.
Il Ministero degli Esteri palestinese ha condannato queste demolizioni come parte di una campagna sistematica per costringere i residenti a lasciare le loro case. Hanno anche fatto appello agli attori regionali e internazionali per far rispettare il consenso palestinese e arabo sulle disposizioni post-belliche per Gaza per proteggere i civili e prevenire ulteriori dispersione.
La situazione a Gaza ora sta affrontando condizioni di carestia, con la comunità internazionale che esprime crescente preoccupazione per la crisi umanitaria. La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto in novembre per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l'umanità a Gaza.
Il Ministero degli Esteri palestinese ha invitato la comunità internazionale a intervenire, affermando che la strategia di Israele mira a confinare più di 2 milioni di palestinesi in circa il 12% della Striscia di Gaza. Mentre il conflitto continua, il mondo trattiene il fiato, sperando in una risoluzione che garantisca la sicurezza e il benessere di tutti coloro che sono coinvolti.
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