Le abitazioni lunari prendono una svolta fantascientifica: le case di funghi della NASA e i mattoni lunari dell'ESA reinventano le abitazioni spaziali!
Il prossimo grande passo per l'umanità potrebbe essere verso una casa cresciuta con funghi o costruita con blocchi cosmici, mentre le agenzie spaziali e le istituzioni di ricerca esplorano approcci inconsueti per gli habitat lunari.
La NASA, attraverso il suo programma Artemis, sta studiando l'uso del micelio fungino per la crescita autonoma degli habitat lunari. Questo concetto innovativo potrebbe ridurre drasticamente i costi del lancio, fornire habitat sostenibili ed espandibili e sviluppare tecnologie applicabili alle future missioni su Marte. Il progetto dell'agenzia ha ricevuto il sostegno rinnovato dal programma NIAC della NASA e sono stati raggiunti successi biocompositi dal micelio fungino e prototipi sviluppati dal progetto Mycotecture Off Planet.
Il micelio fungino, noto per la sua capacità di colonizzare e prosperare in ambienti sotterranei, offre numerosi vantaggi per l'esplorazione spaziale. Potrebbe fornire proprietà di costruzione autonoma, autoriparazione e protezione naturale dalle radiazioni. I funghi verrebbero nutriti con ghiaccio d'acqua e rifiuti organici degli astronauti e delle loro attività, rendendolo una soluzione sostenibile.
Oltre alla NASA, anche l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta approfondendo questo campo. L'ESA sta studiando la produzione di mattoni lunari utilizzando materiali presenti sulla superficie della Luna. L'agenzia ha già prodotto mattoncini simili a Lego dalla polvere lunare simulata e sono stati condotti test di materiali in simulatori planetari dal progetto. Questo design ispirato a Lego consente approcci flessibili e modulari alla costruzione.
I problemi rimangono nella protezione dalle radiazioni, nella gestione termica, nell'integrità strutturale, nella scalabilità per gli habitat lunari. Tuttavia, la Cina pianifica di dimostrare le capacità di costruzione sul posto durante la sua missione automatizzata Chang'e 8 nel 2028. Oltre all'ESA e alla NASA, le istituzioni di ricerca e le università, come il Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), e vari partner internazionali stanno lavorando allo sviluppo di blocchi costruttivi dalla polvere lunare.
Questa competizione internazionale sta spingendo i progressi nella scienza dei materiali, nella robotica, nella stampa 3D e nei sistemi di supporto alla vita. I potenziali benefici di questi approcci inconsueti includono una riduzione drastica della massa del carico per i materiali da costruzione, costi logistici inferiori per le missioni successive, l'utilizzo delle risorse in situ e la possibilità di espandere e modificare gli habitat secondo necessità.
Il futuro dell'esplorazione spaziale potrebbe essere radicato in queste innovazioni pionieristiche. Man mano che continuiamo a spingere i limiti di ciò che è possibile, il prossimo grande passo potrebbe essere proprio dietro l'angolo.