L'attività fisica, in particolare camminare, migliora le funzioni cognitive in alcuni individui.
L'Università di Rochester, New York, ha fatto progressi significativi nella ricerca neuroscientifica con uno studio recente guidato da Edward Freedman, Ph.D., professore associato di Neuroscienze presso l'Istituto Del Monte. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, continua ad espandere l'uso del sistema di Immaginiamento Mobile del Cervello/ Corpo (MoBI).
La ricerca ha coinvolto 26 giovani sani di età compresa tra 18 e 30 anni, che sono stati istruiti a fare clic su un pulsante ogni volta che un'immagine cambiava, sia mentre erano seduti che mentre camminavano su un tapis roulant. Questo esperimento è stato condotto al Centro di Ricerca sull'Intelletto e sui Disturbi dello Sviluppo dell'Università di Rochester (UR-IDDRC).
I risultati mettono in discussione la credenza comune secondo cui l'esecuzione di un compito mentre si cammina peggiora entrambe le attività. Al contrario, lo studio ha rivelato che alcuni partecipanti hanno migliorato le loro prestazioni mentre camminavano rispetto alla linea di base seduti, mentre altri hanno peggiorato.
John Foxe, Ph.D., e Kevin Mazurek, Ph.D., del Centro Medico dell'Università di Rochester, sono stati coautori dello studio. Eleni Patelaki, studentessa di dottorato in Ingegneria Biomedica presso la Scuola di Medicina e Odontoiatria dell'Università di Rochester, è stata la prima autrice.
I dati dell'elettroencefalogramma (EEG) dello studio hanno mostrato che i 14 partecipanti che hanno migliorato il compito mentre camminavano avevano un cambiamento nella funzione cerebrale frontale. Questo cambiamento dell'attività cerebrale mostrato da coloro che hanno migliorato il compito suggerisce un aumento della flessibilità o dell'efficienza del cervello.
Il lavoro precedente di Freedman ha dimostrato la flessibilità del cervello sano, con compiti più difficili che portano a maggiori differenze neurofisiologiche tra il camminare e il sedersi. I nuovi risultati suggeriscono che il MoBI può mostrare come il cervello risponde al camminare e come risponde al compito, offrendo un punto di partenza per lo studio del cervello degli adulti più anziani, in particolare quelli in buona salute.
La ricerca, sostenuta dal Programma Pilota dell'Istituto Del Monte per le Neuroscienze, dal CTSA dell'Università di Rochester, dal National Center for Advancing Translational Sciences e dai National Institutes of Health, potrebbe guidare i ricercatori nell'identificare un possibile marcatore per i 'super anziani' o le persone che hanno un minimo declino delle funzioni cognitive.
Attualmente, i ricercatori dell'Università di Rochester, compreso il dott. Emily K. Fox e il suo team multidisciplinare del Dipartimento di Neurologia e Ingegneria Biomedica, stanno studiando gli effetti dell'inverno sulla camminata sull'invecchiamento e sulle prestazioni cognitive. Questo marcatore sarebbe utile per capire meglio cosa potrebbe andare storto nelle malattie neurodegenerative.
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