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La violenza scoppiò fuori dal parlamento del Nepal mentre la polizia si impegnava in sparatorie mortali contro i manifestanti, lasciando un tragico bilancio di dieci morti.

Proteste massicce divampano mentre la maggior parte delle piattaforme dei social media viene limitata

Manifestanti incontrano la forza letale fuori dal parlamento del Nepal mentre gli ufficiali delle...
Manifestanti incontrano la forza letale fuori dal parlamento del Nepal mentre gli ufficiali delle forze dell'ordine sparano, causando almeno 10 morti.

La violenza scoppiò fuori dal parlamento del Nepal mentre la polizia si impegnava in sparatorie mortali contro i manifestanti, lasciando un tragico bilancio di dieci morti.

Al centro di Kathmandu, Nepal, la tensione era alle stelle mentre i manifestanti scendevano in strada per protestare contro un controverso progetto di legge in discussione in Parlamento. Il progetto di legge, mirato a garantire che le piattaforme social siano "gestite correttamente, responsabili e responsabili", è stato accolto con critiche diffuse come potenziale strumento di censura e violazione della libertà di espressione.

Le proteste, battezzate "protesta della Generazione Z", hanno attirato decine di migliaia di persone, principalmente giovani nati tra il 1995 e il 2010. I manifestanti, armati di cartelli e slogan, hanno superato il filo spinato, costretto la polizia antisommossa a ritirarsi e circondato il palazzo del Parlamento.

Lo scontro tra manifestanti e polizia ha causato almeno 10 morti e decine di feriti. La polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti, un'azione che ha scatenato l'indignazione e accuse di uso eccessivo della forza. I feriti venivano curati in sei ospedali di Kathmandu.

Le azioni del governo sono state condannate a livello internazionale dai gruppi per i diritti che vedono il progetto di legge come un tentativo di limitare la libertà di espressione e violare i diritti fondamentali. Il progetto di legge prevede l'obbligo per le aziende di nominare un ufficio di collegamento o un punto nel paese.

L'autorità delle telecomunicazioni del Nepal ha acquisito la facoltà la scorsa settimana di bloccare la maggior parte delle piattaforme social. Da allora, piattaforme come TikTok e Viber si sono registrate sotto il controllo del governo, mentre altre come Facebook, Instagram, WhatsApp e Snapchat rimangono bloccate a causa del rifiuto di registrarsi. TikTok, Viber e tre altre piattaforme si sono registrate e operano senza interruzioni.

Il governo ha inoltre notificato a oltre due dozzine di piattaforme di social network di registrare ufficialmente le loro società. Il divieto di TikTok è stato revocato lo scorso anno dopo che i dirigenti di TikTok hanno promesso di conformarsi alle leggi locali. Un divieto sui siti porno è stato adottato nel 2018 in Nepal.

In risposta alle proteste, il governo ha annunciato un coprifuoco per la zona intorno al Parlamento, la sede del governo, la casa del presidente e le parti chiave della città per lunedì, al fine di mantenere l'ordine e prevenire ulteriori disordini.

Il futuro del progetto di legge rimane incerto, con molti che si interrogano sulle sue implicazioni per i valori democratici del Nepal e i diritti dei suoi cittadini. Mentre il dibattito continua in Parlamento, la nazione attende con il fiato sospeso per vedere come si svilupperà la situazione.

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