La televisione di Stato in Iran mostra il leader supremo sotto tiro in immagini digitali
In un'audace mossa, il canale televisivo di stato iraniano è stato hackerato sabato, mostrando un messaggio di solidarietà con la rivolta in corso in Iran per i diritti delle donne. L'hackeraggio, che è durato circa 10 secondi, è stato apparentemente eseguito da un gruppo di hacktivisti iraniani noto come Edalat-e Ali (Giustizia di Ali).
Durante l'interruzione, è stata brevemente mostrata una maschera bianca con barba nera e i colori della bandiera iraniana, insieme ai canali Twitter, Instagram e Telegram del gruppo. Il messaggio mostrato durante l'hackeraggio era una chiara condanna del leader supremo iraniano Ali Khamenei, con un'immagine dell'Ayatollah in un mirino.
L'hackeraggio è stato innescato dalla morte di Mahsa Amini, una 22enne morta in un ospedale tre giorni dopo essere stata arrestata dalla polizia della moralità di Tehran. Amini sarebbe stata picchiata, ma le autorità iraniane affermano che è morta per un attacco di cuore non correlato. La sua morte ha scatenato proteste diffuse in tutto l'Iran, con studentesse universitarie di Tehran che hanno gridato "vattene" al presidente Ebrahim Raisi sabato.
Il regime iraniano potrebbe essere preoccupato per il fatto che le proteste sfuggono al controllo, poiché i giovani continuano a scendere in strada. Raisi ha paragonato le recenti proteste in Iran a mosche, mentre si riferiva ai manifestanti come "teppisti".
Almeno 134 persone sono morte nelle proteste, secondo Amnesty International. Tuttavia, altre organizzazioni per i diritti umani hanno riferito un numero di morti che è certamente superiore a 134. Mansoureh Mills, ricercatrice di Amnesty, ha dichiarato che il numero effettivo di morti è probabilmente molto più alto.
Durante l'hackeraggio sono state mostrate foto di quattro donne, tra cui Mahsa Amini e altre due: Sarina Esmailzadeh e Hadis Najafi. Hadis Najafi è stata uccisa durante una protesta il 21 settembre e sarebbe stata colpita dalle forze di sicurezza iraniane, secondo la sua famiglia. Sarina Esmailzadeh sarebbe stata uccisa dalle forze di sicurezza iraniane il 23 settembre, secondo Amnesty International.
Gli hacker, nel loro comunicato, hanno espresso la loro opposizione al governo iraniano e hanno manifestato il loro sostegno alle proteste in corso per i diritti delle donne in Iran. L'episodio serve come un promemoria netto della lotta in corso per i diritti delle donne nel paese e del coraggio di coloro che continuano a lottare per il cambiamento.
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