La storia si svolge attraverso la porta
La Fondazione Home Movies, fondata nel 2000 da Paolo Simoni e Mirco Santi, si è dedicata alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione di film privati e amatoriali in formati ridotti provenienti da tutta Italia. Con oltre 1.800 fondi filmici, l'archivio ospita una ricca collezione che spazia attraverso i decenni, con il più antico essere il Lavello genovese del 1925, che celebra il suo centenario quest'anno.
Uno dei movimenti più antichi che ha lavorato con il riutilizzo di questi materiali risale agli anni '70. Gli artisti hanno giocato un ruolo fondamentale nel sensibilizzare sull'importanza di questi film, offrendo una prospettiva unica sulla storia personale e pubblica.
L'archivio funge da punto di incontro tra questi due mondi, in particolare attraverso la lingua libera dei film domestici. I film, che vanno dai matrimoni e alle vacanze in famiglia alla vita quotidiana, offrono uno scorcio nel passato, fornendo un'istantanea unica delle vite delle persone comuni.
L'archivio ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nel 2011 e i suoi sforzi sono stati ulteriormente amplificati attraverso vari eventi e progetti. Uno di questi è il festival Archivio Aperto, istituito nel 2002, che si è evoluto nel tempo, sperimentando nuove tecnologie di digitalizzazione.
Diretto da Vanessa Mangiavacca, Sergio Fant e Giulia Simi, il festival presenta proiezioni cinematografiche e una competizione internazionale. La 18ª edizione, Il tempo delle liberazioni, si terrà dal 26 al 30 settembre. Durante questo periodo verranno presentati due progetti cinematografici: "Nel nome del popolo" e "La primavera italiana".
Il festival include anche la Giuria Giovanile, un componente per individui under 26, che voteranno per il miglior concorso internazionale. Le iscrizioni sono aperte fino al 6 luglio e possono essere effettuate sul sito del festival, archivioaperto.it.
Un altro progetto all'interno del festival è Archive Care, che mira a formare nuovi professionisti nell'interpretazione e valorizzazione delle immagini in un contesto contemporaneo. Questo progetto offre l'opportunità alla prossima generazione di imparare dalla ricchezza di conoscenze ed esperienze racchiuse nell'archivio.
L'archivio incoraggia inoltre gli individui a donare i loro film alla collezione. Questi film possono provenire da collezioni personali, scoperti a casa, o da collezioni territoriali attraverso enti pubblici e privati.
L'archivio è stato inoltre coinvolto in vari progetti educativi, come il progetto Cinemappe della città. Questo progetto, che ha coinvolto 7 istituzioni, tra cui scuole dall'asilo all'istituto superiore, si è concentrato sul cinema come strumento di storytelling per sé e per il proprio territorio.
I partecipanti più giovani del progetto hanno sperimentato l'inventario, la catalogazione e la riflessione su "immagini trovate", mentre i partecipanti più anziani hanno imparato a guardare i film come una fonte storica, creando un lavoro finale che registrava i cambiamenti nel ruolo delle donne nell'ultimo secolo.
L'archivio è stato anche una piattaforma per figure di spicco, come Annie Ernaux, vincitrice del Premio Nobel, che ha visitato la sede del festival Archivio Aperto con suo figlio David Ernaux-Briot in passato. Il cinema Medica, con oltre 850 posti a sedere, era pieno in occasione della sua visita, mentre una lunga fila aspettava fuori per alcuni spettatori che lasciavano presto.
In sintesi, la Fondazione Home Movies gioca un ruolo cruciale nella conservazione e condivisione delle narrazioni personali e storiche catturate su pellicola. Attraverso vari eventi, progetti e iniziative educative, la fondazione continua a promuovere e celebrare l'importanza di questi film nella comprensione del passato e del presente.
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