La prospettiva della poesia europea e il suo impatto sulla lingua
Sull'incantevole Isola Polvese del Lago Trasimeno, al confine tra Umbria e Toscana, si è tenuta la settima edizione di Poesiæuropa per quattro giorni. Questa conferenza internazionale, organizzata da Arci Spazio Humanities con il patrocinio del Parlamento Europeo, ha riunito scrittori, studiosi e scienziati per indagare i profondi legami tra la poesia e vari aspetti della vita umana.
La conferenza si è aperta con una domanda stimolante di Joe Lockard - "La scienza ucciderà la poesia?". Questa domanda ha impostato il tono per i successivi dibattiti, in cui i partecipanti hanno esplorato la relazione intricata tra scienza e poesia e l'impatto potenziale dei progressi scientifici sull'arte della poesia.
Uno dei relatori principali, Guy Helminger dal Lussemburgo, ha presentato una prospettiva interessante collocando la poesia tra l'astrofisica e la religione. Ha argomentato che, come l'astrofisica, che cerca di svelare i misteri dell'universo, e la religione, che esplora le dimensioni spirituali dell'esistenza, anche la poesia si immerge nella singolarità delle esperienze umane.
Maria Borio, insegnante e direttore artistico della conferenza, ha sollevato domande sul ruolo della poesia nei momenti di conflitto. Ha chiesto: "La guerra ucciderà la poesia?". Borio, che si preoccupa anche della possibilità che il disincanto e la disillusione ci uccidano, crede che la poesia sia una forma di intelligenza che spinge per un'attenzione essenziale alle cose che contano.
Juan De Salas, un altro relatore, ha presentato il suo lavoro, "Progetto per un Paese Indefinito", che include scritti di Walter Benjamin, Michel Foucault e Jacques Derrida. La raccolta di De Salas, scritta nella forma di un "archivio simulato" di un paese inesistente, relativizza e sfida la solennità e la rigidità degli archivi nazionali.
Secondo i dibattiti, la poesia si protende in ogni direzione, non cercando leggi ma la ricchezza delle varianti. Ristora la vita e la luce verso ciò che è nascosto o rimosso dallo sguardo della cosiddetta vita civile. La poesia aspira alla conoscenza e vuole rendere vivibile ciò che è intuito. Esplora ogni dettaglio, scopre porte mai immaginate e immortalizza l'infinito del cosmo riga per riga.
Inoltre, la poesia possiede un certo potere costituente, spesso posto al servizio dell'esclusione. Tuttavia, è interessante esplorarne l'opposto: la possibilità lirica di dematerializzare e smantellare la legge, la patria e la memoria ufficiale. La poesia rimane un atto di resistenza all'oblio, soprattutto nel movimento che dà presenza a ciò che è assente attraverso la memoria.
La conferenza si è conclusa con una riflessione su come possiamo riappropriarci del presente e della storia attraverso la scienza e la poesia. Mentre lottiamo con fenomeni come la semplificazione algoritmica e un presente interattivo, indifferenziato, il ruolo della poesia nella conservazione della nostra umanità e nel mettere in discussione lo status quo diventa sempre più importante.
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