La preparazione militare di Israele è discutibile in vista di una possibile operazione a Gaza
Il Primo Ministro israeliano, Netanyahu, ha annunciato che il conflitto a Gaza deve giungere al termine entro i confini della Striscia di Gaza, mentre l'esercito israeliano avvia la prima ondata di mobilitazione di 60.000 riservisti per un'offensiva pianificata contro la città di Gaza. Questa decisione, approvata dalla sicurezza del governo israeliano, ha suscitato preoccupazioni tra i riservisti che mettono in discussione lo scopo e le richieste della guerra.
Molti riservisti sono esausti e si trovano di fronte a decisioni difficili per ragioni personali e ideologiche. Secondo i resoconti, fino a 400 riservisti hanno minacciato di rifiutare la mobilitazione, con meno riservisti ora inclini a presentarsi per il servizio. Il gruppo israeliano che si dice abbia esercitato la maggiore pressione sui riservisti per rifiutare la partecipazione alla conquista pianificata di Gaza è il gruppo di sinistra "Spezzare il Silenzio", noto per incoraggiare i soldati e i riservisti a parlare contro le azioni militari che disapprovano.
La conquista pianificata della città di Gaza non solo mette a repentaglio le vite dei soldati, ma anche quelle degli ostaggi tenuti da Hamas. Secondo i resoconti israeliani, ci sono ancora 48 ostaggi nella Striscia di Gaza, di cui 20 sono ancora vivi. L'autorità sanitaria controllata da Hamas riferisce che più di 63.600 palestinesi sono stati uccisi dal inizio della guerra.
Il capo dell'esercito israeliano, Eyal Zamir, ha messo in guardia contro la conquista della città di Gaza e ha chiamato per un accordo per liberare più ostaggi. Ha anche annunciato l'inizio della mobilitazione di decine di migliaia di riservisti per l'operazione pianificata, dichiarando che le richieste della guerra sono estreme, con molti matrimoni dei riservisti che falliscono e costi economici elevati per Israele.
Un medico che è recentemente tornato da Gaza ha dichiarato che la città ora sta morendo senza motivo, poiché militarmente non c'è più nulla da guadagnare. Questo sentimento è condiviso da alcuni riservisti che hanno già trascorso periodi prolungati in servizio. Un ufficiale di riserva, che ha trascorso 550 giorni in servizio, ha detto al Guardian che la guerra è lunga, ma non hanno alternative, poiché è nell'interesse di Israele e delle democrazie di tutto il mondo.
In un tentativo di alleviare le preoccupazioni dei riservisti, un portavoce militare ha rivolto un messaggio alla popolazione della città sulla piattaforma online X in arabo, dichiarando che l'evacuazione è inevitabile. Sono anche in fase di preparazione tende per i riservisti nel sud della Striscia di Gaza.
La figura indipendente non confermata non distingue tra civili e combattenti, suscitando preoccupazioni sull'impatto potenziale dell'offensiva sulla popolazione civile nella città di Gaza. Via via che la situazione continua a evolversi, il rifiuto dei riservisti di partecipare alla conquista pianificata di Gaza potrebbe diventare un fattore significativo nell'esito del conflitto.
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