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La lotta è vera: combattere la disinformazione

Articolo appartenente alla serie "Concorrere e Vincere", incentrato sulla creazione di una strategia competitiva per il XXI secolo. Questo documento intende fornire analisi approfondita sui vari aspetti della strategia competitiva statunitense e della guerra non convenzionale con nazioni rivali...

Combattere la Disinformazione: Una Prova di Verità e Fatti
Combattere la Disinformazione: Una Prova di Verità e Fatti

La lotta è vera: combattere la disinformazione

In epoca digitale, le campagne di disinformazione si sono affermate come uno strumento potente per seminare discordia e caos, spesso senza la necessità di hardware o infrastrutture militari convenzionali. Questo è stato discusso da Laura Keenan, tenente colonnello della Guardia Nazionale del Distretto di Columbia, che ha sottolineato l'importanza della teoria dell'inoculazione e di una maggiore regolamentazione nel contrastare tale disinformazione.

Una delle preoccupazioni più significative è la vasta superficie di attacco offerta dalla pandemia di COVID-19 e la crescente dipendenza dalle reti digitali. Gli avversari possono facilmente diffondere pratiche disruptive, sfruttando le vulnerabilità di questi sistemi. Ad esempio, gli attori russi sono noti per aver reclutato e pagato influencer dei social media per diffondere contenuti ingannevoli, come osservato nello spazio informativo relativo al conflitto in Ucraina.

L'approccio degli Stati Uniti per contrastare la disinformazione relativa all'invasione russa dell'Ucraina implica una strategia nota come "prebunking" invece di "debunking", con l'obiettivo di anticipare le false affermazioni. Questa strategia è stata evidenziata dalla Casa Bianca, che ha riunito trenta star di TikTok per una chiamata Zoom per educarli sulla strategia degli Stati Uniti nel gestire la Russia, lavorare con la NATO e sostenere l'Ucraina.

L'Unione Europea è stata anche un bersaglio di tattiche di disinformazione russe, spesso prima degli Stati Uniti. In risposta, l'UE ha lanciato campagne di sensibilizzazione del pubblico per educare i suoi cittadini sulla disinformazione. Ad esempio, i Paesi Bassi hanno avviato tali campagne per informare gli elettori olandesi sui pericoli della disinformazione.

La Francia sta inoltre sviluppando un'agenzia simile per contrastare la disinformazione, seguendo gli sforzi degli Stati Uniti e dell'UE. La Svezia ha adottato un approccio proattivo lanciando l'Agenzia svedese per la difesa psicologica per identificare e contrastare l'influenza dell'informazione. La Finlandia, d'altra parte, ha normalizzato l'educazione contro le fake news nelle scuole, estendendola ai residenti, agli studenti, ai giornalisti e ai politici attraverso l'educazione ai media.

L'importanza del controllo normativo per migliorare la sicurezza online è stata riconosciuta da Mark Zuckerberg, CEO di Meta. Questo sentimento è stato condiviso da Frances Haugen, ex scienziata dei dati di Facebook e whistleblower, che ha testimoniato davanti al Congresso sulla sua azienda's fallimento nel controllare le informazioni ingannevoli.

I gruppi di volontari, come gli "elfi" dell'Estonia e della Lituania, stanno svolgendo un ruolo cruciale nel documentare e segnalare l'odio e la propaganda pro-Russia. La Commissione dell'Istituto Aspen sulla disinformazione ha evidenziato l'impatto dell'empowerment civico e della maggiore trasparenza delle informazioni sull'ambiente informativo.

L'Estonia, in particolare, ha fatto della alfabetizzazione digitale una priorità, insegnando ai suoi cittadini a riconoscere la disinformazione sin dalla giovane età. Questi sforzi sottolineano l'impegno globale nel contrastare la disinformazione e nell'assicurare un paesaggio digitale più sicuro e informato per tutti.

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