Salta al contenuto

La Corte Suprema interroga la petizione secondo cui il processo di certificazione della morte cerebrale viola il diritto alla vita

Secondo alcuni il decreto sui processi per ligచciones cerebrali integrali http:// translocation di diritto alla vita in India

Corte Suprema esprime preoccupazioni riguardo alla petizione che afferma che la certificazione di...
Corte Suprema esprime preoccupazioni riguardo alla petizione che afferma che la certificazione di morte cerebrale viola il diritto alla vita.

La Corte Suprema interroga la petizione secondo cui il processo di certificazione della morte cerebrale viola il diritto alla vita

La Corte Suprema dell'India sta attualmente valutando una significativa sfida alla validità della certificazione della morte cerebrale in India e alla validità costituzionale dei paragrafi 2(d) e 2(e) della Legge sul Trapianto di Organi e Tessuti Umani, 1994 (THOTA).

Il dottor S. Ganapathy, un richiedente, ha espresso preoccupazioni riguardo al concetto di 'morte cerebrale', sostenendo che sia stato coniato dai chirurghi trapiantisti per facilitare il prelievo di organi. Egli afferma che i procedimenti seguiti in India per certificare una persona come morta cerebrale ai sensi della THOTA mancano di un sostegno scientifico uniforme.

La richiesta del dottor Ganapathy alla Corte Suprema segue una sentenza della Corte d'Appello del Kerala, datata 10 febbraio, che ha respinto la sua istanza. La Corte d'Appello del Kerala ha affermato che i tribunali non possono rivedere le opinioni del legislatore su tali questioni. Tuttavia, la Corte Suprema ha acconsentito a considerare la questione a seguito della richiesta del dottor Ganapathy.

Il richiedente cita esempi di pazienti dichiarati in morte cerebrale che hanno successivamente ripreso conoscenza o addirittura partorito mentre erano in terapia intensiva. Egli sostiene che le persone dichiarate 'in morte cerebrale' non sono effettivamente morte, una rivendicazione che ha scatenato un acceso dibattito in tribunale.

I giudici Surya Kant e Joymalya Bagchi sono i giudici che stanno esaminando il caso presso la Corte Suprema dell'India. Il collegio ha osservato che il concetto di morte può avere diversi punti di partenza e, quando si tratta di trapianto di organi, il punto di riferimento è la morte cerebrale.

Tuttavia, il collegio ha anche espresso riserve riguardo alla visione del dottor Ganapathy, chiedendosi se il tribunale possa sostituire ciò che il legislatore ha considerato riguardo alla certificazione della morte cerebrale. La Corte ha suggerito al dottor Ganapathy di inviare una rappresentanza alla Commissione Medica Nazionale o a tale autorità, o di recarsi all'Istituto Medico di Delhi (AIIMS) e parlare con il suo direttore.

La donazione di organi viene vista come un modo per perpetuare la vita degli altri quando il donatore è oltre ogni speranza di recupero. Il collegio ha notato che tale atto non costituisce un'intromissione nel diritto alla vita ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione dell'India.

Il dottor Ganapathy, tuttavia, sostiene che la presente certificazione della morte cerebrale consente il trapianto di organi da coloro che non sono morti, violando il diritto alla vita ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione dell'India. La Corte Suprema continuerà a valutare questa questione nelle prossime settimane.

Leggi anche:

Più recente