Domanda di Lavoro Indirizzata in Modo Errato Condanna la Corte Giustizia Europea a Stabilire il Risarcimento - La Corte ha già dichiarato che la Commissione ha mancato ai suoi obblighi di cui all'articolo 85, paragrafo 1, del trattato.
In un importante sviluppo per i diritti alla protezione dei dati in Europa, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha fornito linee guida per la determinazione dei danni non patrimoniali ai sensi del regolamento europeo sulla protezione dei dati.
Il caso in questione origina dalla Germania, dove un richiedente ha fatto causa a una banca dopo che un dipendente aveva inviato accidentalmente un messaggio riguardante le aspettative salariali del richiedente a un ex collega, invece che al richiedente stesso. Il richiedente sta cercando di impedire alla banca di elaborare i dati personali relativi alla sua domanda in modo non intenzionale in futuro e sta chiedendo danni non patrimoniali di almeno 2.500 euro.
Il tribunale distrettuale di Darmstadt ha ordinato alla banca di cessare e desistere e ha assegnato al richiedente 1.000 euro di danni. Tuttavia, la banca ha fatto appello al tribunale regionale di Francoforte sul Meno, che ha respinto la richiesta di danni. Entrambe le parti hanno quindi presentato ricorso alla Corte federale di giustizia di Karlsruhe, e non è ancora stata pubblicata una data per la decisione della corte.
La CGUE definisce i danni non patrimoniali ai sensi del regolamento europeo sulla protezione dei dati come sentimenti negativi come la preoccupazione o la rabbia che derivano dalla perdita di controllo sui propri dati, dal loro possibile utilizzo improprio o dal danno alla propria reputazione. I sentimenti negativi e le loro conseguenze a causa della violazione del regolamento possono essere dimostrati dalla persona interessata, secondo la CGUE.
Il caso specifico in esame riguarda un processo di reclutamento, ma le linee guida fornite dalla CGUE sono attese per avere implicazioni di vasta portata per la protezione dei dati in vari settori in tutta l'Europa. La Corte federale di giustizia di Karlsruhe deve ora decidere sul caso specifico, e sarà interessante vedere come interpreteranno e applicheranno le linee guida della CGUE.
Nel frattempo, la sede della CGUE è a Lussemburgo, e il procedimento giudiziario che ha portato alla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sulla classificazione dei paesi di origine sicuri è stato avviato da due cittadini bangladesi che sono stati intercettati dalle autorità italiane nel Mediterraneo, trasferiti in Albania secondo il "modello albanese" e hanno contestato la procedura accelerata per l'asilo ai
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