La Commissione ha inoltre esaminato la possibilità di creare un'area di cooperazione per la gestione del traffico aereo.
In Austria, il numero di rifugiati registrati come disoccupati ammonta a 32.000, una cifra significativa che sottolinea le sfide continue nell'integrare queste persone nel mercato del lavoro.
Uno dei problemi chiave è la distribuzione dei rifugiati in tutto il paese. Nonostante gli sforzi per distribuirli in modo uniforme, l'Austria non ha ancora raggiunto una distribuzione ottimale, con una forte concentrazione a Vienna e meno in regioni come Carinzia, Salisburgo e Tirolo.
Il processo di integrazione non è stato senza intoppi. La giunta dell'AMS ha identificato tre principali errori: procedure per il riconoscimento della protezione internazionale troppo lunghe, tagli ai fondi per l'integrazione e scarsa distribuzione dei rifugiati. Secondo il capo dell'AMS, il movimento dei rifugiati del 2015 non è ancora finito, il che significa che questi problemi persistono.
Tuttavia, non è tutto negativo. I richiedenti asilo in Austria hanno contribuito notevolmente attraverso il lavoro volontario, totalizzando un totale di 292.000 ore. Il tasso di occupazione tra i rifugiati non è zero. In effetti, il 35% dei siriani e il 46% degli afghani in Austria sono attualmente occupati.
La situazione per le donne rifugiate varia. Il tasso di occupazione tra le donne che sono arrivate in Austria nel 2015 è solo del 40%. Rompere i tradizionali ruoli di genere è cruciale per l'integrazione delle donne rifugiate, come sottolineato dal capo dell'AMS. Si vedono anche necessari i corsi di tedesco per le donne rifugiate che non sono nel mercato del lavoro ma a casa.
La riduzione dell'assistenza sociale e dei benefici di disoccupazione potrebbe aumentare la pressione sui rifugiati per imparare il tedesco e trovare un lavoro. Questa è una delle politiche implementate dal governo austriaco dal 2018. Le misure collegano l'assistenza sociale e i benefici minimi di sicurezza per i rifugiati alla loro disponibilità a lavorare e a partecipare a attività di integrazione come corsi di lingua o di formazione professionale.
Questa politica ha avuto risultati misti. Da un lato, mira ad aumentare l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro condizionando i benefici alla disponibilità a lavorare o all'impegno in corsi pertinenti. Dall'altro lato, potrebbe potenzialmente esacerbare la povertà tra i rifugiati, come sottolineato da Kopf. La povertà infantile è un potenziale effetto negativo di tali misure, avverte.
Nonostante queste sfide, ci sono anche successi. Molte persone altamente qualificate, comprese oltre 200 medici, sono state integrate nella forza lavoro austriaca. La giunta dell'AMS sottolinea che ci sono 60.000 dipendenti provenienti da Siria, Afghanistan, Iraq e Iran, con migliaia che si sono integrati così bene da ottenere la cittadinanza austriaca.
In conclusione, l'integrazione dei rifugiati in Austria è un problema complesso con sia sfide che successi. Anche se ci sono aree che necessitano di miglioramenti, come la distribuzione dei rifugiati e la durata delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, i contributi dei rifugiati attraverso il lavoro volontario e la loro integrazione di successo nella forza lavoro sono degni di nota. Gli sforzi continui per migliorare il processo di integrazione, in particolare in termini di istruzione linguistica, ruoli di genere e politiche di welfare sociale, sono essenziali per un'Austria più inclusiva e prospera.