Istituzioni cinematografiche israeliane affrontano il boicottaggio di 1.500 attori e registi di Gaza
Nei mesi turbolenti del 2023, la situazione a Gaza ha scatenato un'ondata di attivismo da parte di personalità del cinema, della musica e della letteratura. Questo movimento ha acquistato slancio al Festival del Cinema di Venezia di agosto, dove il collettivo Venice4Palestine, composto da registi italiani, ha chiesto una posizione netta contro le azioni di Israele. L'appello del collettivo ha raccolto 2.000 firme, tra cui i registi di fama mondiale Guillermo del Toro e Ken Loach.
Iniziative simili sono state viste in altri eventi, come il Festival di Cannes di maggio. Più di 900 personalità, tra cui Juliette Binoche, Pedro Almodóvar, Joaquin Phoenix e Susan Sarandon, hanno firmato una petizione che denuncia il "silenzio" sulla situazione di Gaza. Tra i molti altri firmatari ci sono Ava DuVernay, Riz Ahmed e Josh O'Connor.
L'offensiva israeliana lanciata in risposta all'attacco di Hamas dell'ottobre 2023 è senza precedenti. L'attacco guidato dai commando di Hamas ha causato la morte di 1.219 persone in Israele, per lo più civili. Le rappresaglie israeliane hanno causato almeno 64.368 morti a Gaza, secondo il Ministero della Salute di Gaza, per lo più donne e bambini. I dati del Ministero della Salute di Gaza, sotto l'autorità di Hamas, sono considerati attendibili dall'ONU.
Gli appelli di queste personalità invitano l'industria cinematografica internazionale a rifiutare il silenzio, il razzismo e la deumanizzazione. Al momento, non ci sono organizzazioni o festival specifici che abbiano continuato la cooperazione con i festival cinematografici, le sale cinematografiche, le emittenti televisive o le case di produzione israeliane, accusate dai firmatari di sostenere o giustificare il genocidio e l'apartheid dopo l'attacco di Hamas dell'ottobre 2023.
Questo movimento serve come potente promemoria del ruolo che l'arte e la cultura possono svolgere nell'advocare per la pace e la giustizia. Le voci collettive di queste personalità chiedono una riconsiderazione della posizione dell'industria sul conflitto in corso a Gaza.