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In Nepal scoppiano scontri mortali a causa delle proteste per strada contro il divieto dei social media e la corruzione del governo, causando almeno 19 morti.

Il Luned√¬ √® esplosa la violenza a Kathmandu e in diverse altre localit√† in tutto il Nepal, con almeno 19 morti. Le vittime sono avvenute durante gli interventi della polizia per sciogliere le proteste guidate da giovani dimostranti, richiedenti al governo il sollevamento del divieto sui...

In Nepal scoppiano scontri mortali a causa delle proteste per strada contro il divieto dei social media e la corruzione del governo, causando almeno 19 morti.

Al centro del Nepal, le sirene hanno risuonato nella città mentre i feriti venivano trasportati negli ospedali a seguito di una serie di violente proteste. Il disordini, scatenati dalle richieste di trasparenza e cambiamento, hanno lasciato sul campo 17 morti e oltre 400 feriti, tra cui più di 100 agenti di polizia.

Le proteste, guidate da studenti e cittadini, sono state dirette contro la corruzione istituzionalizzata in Nepal. Bhumika Bharati, una manifestante, ha espresso preoccupazione che il governo possa temere un movimento simile a quelli all'estero contro la corruzione. Yujan Rajbhandari, uno studente, ha espresso il proprio dissenso, affermando: "Stiamo protestando contro la corruzione in Nepal".

Il ministro dell'Interno, Ramesh Lekhak, ha presentato le proprie dimissioni durante una riunione del Consiglio dei ministri nella serata seguente alla violenza. Le sue dimissioni sono arrivate poco dopo quelle del Primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli. Anche se le dimissioni rappresentano un passo per soddisfare le richieste del pubblico, non hanno placato i disordini.

Le proteste sono state organizzate in diversi distretti di tutto il Nepal, con i manifestanti che hanno iniziato le loro proteste con l'inno nazionale e gridando contro il blocco dei social media e la corruzione. Le proteste sono state alimentate anche dallo strano contrasto tra le difficoltà degli nepalesi comuni e la sfoggio di beni di lusso e vacanze costose da parte dei figli dei politici, video dei quali sono diventati virali su TikTok.

In un tentativo di controllare la diffusione di informazioni false, il governo aveva bloccato l'accesso all'app di messaggistica Telegram in luglio, sostenendo un aumento di frodi online e riciclaggio di denaro. Tuttavia, il divieto di nove mesi è stato revocato in agosto dell'anno scorso dopo che la piattaforma ha accettato di conformarsi alle normative nepalesi.

La recente decisione del governo di dare alle società dei social media interessate sette giorni per registrarsi in Nepal, stabilire un punto di contatto e designare ufficiali di reclamo e conformità residenti ha suscitato reazioni contrastanti. Il provvedimento è stato visto come un tentativo di riprendere il controllo dello spazio digitale, ma i critici sostengono che viola la libertà di espressione.

Le violente proteste hanno attirato l'attenzione internazionale, con le Nazioni Unite che esigono un'indagine rapida e trasparente sulla violenza. Amnesty International ha sostenuto che sono state utilizzate munizioni

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