Il terapeuta si comporta con discrezione durante le sedute: comprendere le ragioni del silenzio
Nel mondo della terapia, la questione della auto-rivelazione è stata a lungo oggetto di dibattito. La maggior parte dei terapeuti, seguendo le orme di Sigmund Freud e la psicoanalisi classica, mantiene un certo grado di distanza professionale, rivelando di rado dettagli personali come l'età o lo stato civile per preservare la riservatezza del cliente e mantenere i confini professionali.
Tuttavia, le prospettive variano tra i terapeuti. Alcuni, come Ryan Howes, adottano un approccio "tavola rasa", permettendo ai clienti di trasferire i loro sentimenti conflittuali sui loro curanti sul clinico. Tuttavia, Howes dissente da questa idea, sostenendo che l'auto-rivelazione non accélera necessariamente il processo di transfert.
D'altra parte, i terapeuti come Matt Varnell, uno psicologo, incoraggiano i clienti a fare domande sulla loro vita per valutare i livelli di fiducia. Varnell spesso si trova a rispondere a domande su esperienze personali come la perdita di persone care, avere figli o andare in terapia, che interpreta come domande sulla sua capacità di empatizzare.
La quantità di auto-rivelazione può variare notevolmente tra i terapeuti, a seconda delle teorie che guidano il loro lavoro e della loro relazione con ogni cliente. Panthea Saidipour, un terapeuta a Manhattan, nota questa variabilità, sottolineando l'importanza di adattare l'auto-rivelazione a ogni relazione terapeutica unica.
Katrina Taylor, un terapeuta in privato a Austin, Texas, utilizza le domande dei clienti sulla sua vita personale per indagare le loro fantasie, sentimenti e potenziali crescita o rimpianti personali. Per Taylor, queste domande servono come trampolino di lancio per l'esplorazione e la comprensione.
Tuttavia, l'auto-rivelazione può anche essere un problema di sicurezza per i terapeuti. Alcuni clienti potrebbero non essere affidabili e i terapeuti non sempre possono distinguere la differenza. Pertanto, i terapeuti come Howes spesso minimizzano l'auto-rivelazione perché i clienti pagano per una terapia incentrata sui loro problemi, non sulla vita personale del terapeuta.
Interessantemente, esplorare la curiosità sulla vita personale di un terapeuta può portare a intuizioni profonde nella terapia. Questa idea è supportata dalle informazioni fornite, suggerendo che la giusta quantità di auto-rivelazione al momento giusto può favorire una comprensione più profonda tra il cliente e il clinico.
In definitiva, l'equilibrio tra l'auto-rivelazione e la distanza professionale è un equilibrio delicato, che richiede una navigazione attenta da parte dei terapeuti per garantire i migliori risultati possibili per i loro clienti. Come Ryan Howes ha detto in modo appropriato, la
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