Salta al contenuto

Il silenzio di Kenyatta: le intuizioni di uno statista riservato

La presenza di Kenyatta è ancora ovunque quattro decenni dopo, con monumenti, banconote, istituzioni educative, strade e persino un aeroporto che portano il suo nome.

Silenziosa potenza di Jomo Kenyatta: Sguardi dall'invincibile titano
Silenziosa potenza di Jomo Kenyatta: Sguardi dall'invincibile titano

Il silenzio di Kenyatta: le intuizioni di uno statista riservato

In Africa orientale, Kenya, una nazione nata nel 1963, molti dei suoi giovani cittadini conoscono Mzee Jomo Kenyatta, padre fondatore del paese, solo come primo presidente, una figura dei libri di storia. Sono passati quarantotto anni dalla sua morte il 22 agosto 1978, ma la sua presenza persiste, incisa in statue, sulle monete, nei nomi di scuole, strade e un aeroporto.

Kenyatta era un paradosso, sia un monumento che un mistero. Era un contadino nell'animo, e l'agricoltura, come il silenzio, gli insegnò la pazienza. Tuttavia, i suoi silenzi erano parte del suo complesso lascito, una fonte di ammirazione e controversia.

Nella Kenya odierna, la politica è rumorosa e l'arte dell'ascolto è quasi scomparsa. Ma i silenzi di Kenyatta facevano sì che le persone ascoltassero, riflettessero e misurassero attentamente le loro parole. La sua strategia di riserva era una forma più profonda di forza, una voce che risuona ancora oggi.

I ministri del gabinetto ricordano riunioni in cui Kenyatta si sedeva indietro, accarezzando il suo scacciamosche, lasciando che il silenzio si protraesse fino a diventare insopportabile. Il nome del ministro era Tom Mboya. I silenzi di Kenyatta si addolcivano al di fuori della politica, in particolare nel suo giardino dove amava raccontare storie, intrecciando la folklore kikuyu con pause.

I silenzi di Kenyatta durante i negoziati della Lancaster House a Londra, dove l'indipendenza del Kenya veniva negoziata, erano noti per la sua capacità di ascoltare e lasciare che gli altri parlassero fino a quando non si rivelavano troppo. Il suo silenzio sulla redistribuzione delle terre proteggeva gli interessi dell'élite politica piuttosto che i senza terra. Il suo silenzio sulla detenzione di oppositori politici divenne complicità.

Dopo la morte di Kenyatta, il silenzio in Kenya era pesante e incerto. Tuttavia, il suo lascito vive ancora. Nel nuovo Kenya, la strategia di Kenyatta di usare il silenzio è stata portata nella Casa di Stato. I suoi silenzi ci ricordano che a volte la riserva è la forma più profonda di forza.

Quarantotto anni dopo, la presenza di Kenyatta può ancora essere trovata nei silenzi che definiscono la politica keniana. Il suo lascito è che a volte il silenzio non è debolezza, ma una voce diversa.

Leggi anche:

Più recente