Il ritorno illegale di cambogiani in Thailandia
In un nuovo sforzo per prevenire i passaggi di frontiera illegali, i soldati tailandesi del distretto di Aranyaprathet della provincia di Sa Kaeo hanno effettuato un altro arresto lunedì.
Si tratta dell'84° arresto di cambogiani che tentano di entrare illegalmente in Thailandia dalla chiusura del confine nel mese di giugno. L'ultima operazione ha portato all'arresto di 33 uomini e 17 donne, portando il totale di cambogiani arrestati a 332.
Il gruppo di 50 cambogiani, che apparivano esausti e affamati, ha dichiarato di essere stati costretti a tornare in Cambogia ad agosto a causa delle tensioni al confine tra i due paesi. Ognuno di loro aveva pagato tra i 5.000 e i 6.000 baht a tre guide cambogiane per farli rientrare in Thailandia attraverso sentieri naturali.
Purtroppo, i tre guide sono riusciti a fuggire durante l'arresto, scomparendo in un campo di canna da zucchero vicino. I fermati, invece, sono stati consegnati alla stazione di polizia di Khlong Nam Sai per il processo legale.
È stato inoltre rivelato che i fermati avevano lavorato in precedenza in Thailandia. Tuttavia, hanno dichiarato di non essere riusciti a trovare lavoro nel loro paese e di non aver ricevuto alcun aiuto dal governo cambogiano.
Il colonnello Chainarong Kasi, comandante del gruppo speciale, ha guidato l'operazione. La ricerca non ha prodotto informazioni sul nome del comandante dell'unità speciale che impedisce i passaggi di frontiera illegali di cambogiani nella zona di Aranyaprathet dal mese di giugno.
Dall'17 giugno, il gruppo del colonnello Chainarong Kasi ha effettuato arresti simili in 85 occasioni, con il precedente resoconto che ne indicava 84. Questo impegno costante dell'esercito thailandese testimonia la loro dedizione alla sicurezza del confine e alla protezione delle comunità thailandesi e cambogiane.
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