Il premio Nobel Shirin Ebadi esorta l'Italia a cessare i negoziati con il governo iraniano
Shirin Ebadi, la prima donna a diventare giudice in Iran e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2003, ha invitato i governi europei a resistere ai compromessi con il regime iraniano. In una serie di conferenze stampa, Ebadi ha evidenziato diversi casi in cui l'Europa ha apparentemente concesso compromessi che minano i principi democratici e potrebbero mettere a repentaglio i suoi cittadini.
Nata a Hamadan nel 1947, Ebadi è stata una critica vocale del regime iraniano, in particolare per le sue violazioni dei diritti umani. Ha sostenuto con fermezza i diritti delle donne e i suoi sforzi hanno contribuito a un movimento crescente di donne iraniane che non indossano più il velo.
Una delle principali preoccupazioni di Ebadi è l'implicazione continua del regime iraniano in atti di terrorismo. Assadollah Assadi, un diplomatico iraniano, è stato arrestato in Belgio con esplosivi destinati a un'azione terroristica contro un gruppo di dissidenti iraniani. Assadi è stato condannato a 20 anni di prigione, ma è stato poi restituito al regime iraniano dopo che il governo belga ha firmato un accordo per l'estradizione di persone condannate.
Ebadi ha anche fatto notare il ruolo del regime iraniano nel conflitto siriano, dove è stato accusato di commettere massacri contro il proprio popolo, simile alla rivolta siriana. L'influenza del regime iraniano in Siria si è notevolmente indebolita, con Bashar al-Assad che è caduto dal potere.
In Yemen, il regime iraniano ha anche perso gran parte della sua influenza, con gli Houthi quasi scomparsi. La difesa aerea del regime iraniano è stata distrutta dagli israeliani, ulteriormente indebolendo il suo potere.
Il movimento Vita, Donna, Libertà, un gruppo con cui Ebadi è associato, ha cambiato il suo metodo di protesta ma continua a esistere e a ispirare proteste in Iran. Una legge approvata dal parlamento per aggravare le pene contro le donne in Iran non è mai stata applicata a causa della sua complessità.
Ebadi ritiene che questi compromessi rendono i cittadini europei meno al sicuro quando viaggiano in Iran e vanno contro i principi democratici. Ha criticato la risposta dell'Europa alla dittatura iraniana come debole e accondiscendente.
Il libro di Ebadi, Finché non saremo liberi, è stato tradotto da Alberto Cristofori e pubblicato da Bompiani. Il libro fornisce un potente resoconto della sua vita e del suo lavoro come attivista per i diritti umani in Iran.
In conclusione, il messaggio di Ebadi ai governi europei è chiaro: non aiutare il regime, poiché farlo va contro le loro stesse democrazie. In piedi contro il regime iraniano, l'Europa può aiutare a promuovere la pace, la democrazia e i diritti umani nella regione.
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