Il governo iracheno ha avviato un'indagine sulle accuse di miscelazione del petrolio iraniano con quello nazionale
Il Primo Ministro dell'Iraq, Mohammed Shia Al Sudani, ha assunto una posizione decisa contro il contrabbando di petrolio e la corruzione istituendo un comitato investigativo di alto livello. Questo passo segue una serie di sanzioni statunitensi, l'ultima delle quali ha colpito la società iraniana Naftiran Intertrade Company e l'individuo Mahdi Khalafi, accusati di essere coinvolti nel contrabbando di petrolio.
Il comitato è stato formato in risposta alle sanzioni statunitensi imposte su due uomini d'affari iracheni accusati di mescolare il greggio iraniano con le spedizioni irachene. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato queste sanzioni durante il Forum Internazionale dell'Energia di Baghdad, affermando che stanno agendo decisi per bloccare il flusso di entrate al regime iraniano. Thomas Pigott, portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha ulteriormente sottolineato che gli Stati Uniti continueranno a fare pressione sull'Iran e useranno "tutti gli strumenti disponibili" per contrastare coloro che agevolano il commercio illecito di petrolio iraniano.
Ali Nazar Al Shatari, a capo dell'Organizzazione Statale per la Commercializzazione del Petrolio (Somo) dell'Iraq, ha riferito di aver avuto contatti a livello elevato con Washington dopo l'imposizione delle sanzioni. Ha difeso la Somo, affermando che non è coinvolta in attività coperte dalle sanzioni e si impegna a rispettare tutte le leggi e i regolamenti. Al Shatari ha anche sostenuto che tutte le accuse contro il lato del governo iracheno riguardo al contrabbando o al mescolamento sono infondate e impossibili entro le acque territoriali irachene.
Il comitato investigativo di alto livello, secondo Al Sudani, presenterà le sue raccomandazioni al Consiglio dei Ministri per sostenere l'economia nazionale e proteggere i fondi pubblici. L'obiettivo principale del comitato è esaminare i sospetti di corruzione nel mescolamento e nel contrabbando di greggio e prodotti petroliferi.
Le sanzioni statunitensi fanno parte di uno sforzo continuo per contrastare il commercio illecito di petrolio dell'Iran e per impedire all'Iran di guadagnare entrate per il suo comportamento distruttivo e destabilizzante in Iraq, nel Medio Oriente e nel mondo.
Le sanzioni statunitensi contro le società e le navi non sono collegate ai porti o alle esportazioni irachene, ma a società e navi specifiche di proprietà di un uomo d'affari iracheno. Il governo iracheno, attraverso questo comitato, intende garantire trasparenza e responsabilità nel suo settore del petrolio e proteggere i suoi interessi nazionali.
In un messaggio chiaro, Al Sudani ha dichiarato che non ci sarà alcuna indulgenza in questa questione e che le raccomandazioni del comitato saranno presentate al Consiglio dei Ministri per intraprendere azioni appropriate in conformità alla legge. La formazione di questo comitato rappresenta un passo significativo verso l'affrontare la corruzione e l'integrità del settore del petrolio dell'Iraq.
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