Il governo britannico proibisce l'azione palestinese e scatena dibattito sulla libertà di espressione e sui diritti individuali
Il governo britannico ha annunciato l'intenzione di bandire Palestine Action, un gruppo di protesta non violento, ai sensi della legislazione antiterrorismo del paese. Questa decisione, in programma per il dibattito parlamentare del 30 giugno, ha suscitato un vasto dibattito e preoccupazioni per le libertà democratiche.
Gli attivisti di Palestine Action sono motivati dall'opposizione alla complicità britannica nella violenza, in particolare per quanto riguarda le vendite di armi a Israele, che secondo loro contribuiscono direttamente alla crisi umanitaria a Gaza. Il gruppo opera all'interno di una tradizione di disobbedienza civile non violenta e di azione diretta, traendo paralleli con movimenti storici come i suffragette.
L'ordine di bando proposto criminalizzerebbe l'adesione e il sostegno a Palestine Action, con pene fino a 14 anni di carcere e/o multe consistenti. Gli attivisti e i gruppi per la libertà civile continuano a mobilitarsi contro, sottolineando il pericoloso precedente che questa decisione rappresenta nella criminalizzazione della protesta e del dissenso legittimo.
La decisione segue un incidente in cui gli attivisti hanno verniciato due aerei militari di rosso alla RAF Brize Norton nell'Oxfordshire. La Segretaria dell'Interno Yvette Cooper ha definito questo atto "disgustoso", dichiarando di aver deciso di perseguire il bando ai sensi delle leggi antiterrorismo.
Tuttavia, è importante notare che non sono stati commessi reati, poiché il bando non ha effetto retroattivo, secondo Jonathan Hall KC, il reviewer indipendente delle leggi antiterrorismo del Regno Unito. L'ex reviewer indipendente Sir Max Hill KC ha confermato questa precisazione, dichiarando che le azioni precedenti al bando non possono essere criminalizzate retroattivamente.
La situazione di Palestine Action è stata paragonata ad azioni di attivisti storici mirate a prevenire crimini di guerra, che hanno portato ad assoluzioni da parte dell'avvocato per le libertà civili Zoe Gardner. L'MP indipendente Zarah Sultana ha espresso solidarietà con Palestine Action sui social media, ma è stata falsamente accusata di sostenere un gruppo bandito.
Il contesto più ampio, compresa la storia del Regno Unito di leggi sulla protesta sempre più stringenti e l'attenzione crescente a livello globale sui abusi dei diritti umani a Gaza, rende questa decisione particolarmente significativa. Il giornalista e commentatore Owen Jones ha criticato la mossa del governo, avvertendo che rappresenta un punto di svolta cruciale nel declino dell'autoritarismo nudo della Gran Bretagna.
L'ex primo ministro scozzese Humza Yousaf ha definito il bando pianificato "un abuso scandaloso della legislazione antiterrorismo". Con il Parlamento che si prepara per il dibattito sull'ordine di bando, la controversia intorno alla proposta di bando di Palestine Action evidenzia preoccupazioni profonde per le libertà democratiche e i diritti degli individui e dei gruppi di contestare la complicità del governo in ingiustizie internazionali.
Vari mezzi di comunicazione, tra cui Politico e ITV News, hanno inizialmente rappresentato in modo errato lo status del bando, correggendo in seguito i loro titoli e contenuti dopo le richieste di verifica dei fatti da parte delle organizzazioni. Palestine Action stessa ha definito la mossa del governo "fuori di testa", respingendo fermamente le accuse di terrorismo.
L'ordine di bando non è ancora entrato in vigore al momento del 26 giugno. La persona che presenterà la regolamentazione per l'ordine di proibizione contro Palestine Action in Parlamento il 30 giugno non è specificata nelle informazioni disponibili.
Mentre il dibattito si svolge, il destino di Palestine Action e le
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