"Il Festival di Venezia presenta 'Rose of Nevada': il viaggio nel tempo, il psichodrama allucinatorio di Mark Jenkin riceve una recensione"
Nel sud-ovest britannico, il regista acclamato Mark Jenkin ci porta in un viaggio affascinante con il suo ultimo film, "Rose of Nevada". Questo studio ipnotico della disintegrazione mentale, quarto film di Jenkin, si avvicina al genere horror più di quanto abbia fatto il suo lavoro precedente.
"Rose of Nevada" inizia con immagini inquietanti di reliquie degradate dell'un fois fiorente industria della pesca cornish, stabilendo un tono malinconico per la storia che si dipana. Al loro ritorno dal mare, il paese sembra più animato del solito e il pub è pieno, con banconote e monete da tempo inutilizzate che cambiano di mano.
Il film vede protagonisti l'attore consolidato George McKay e la nuova promessa Callum Turner. McKay interpreta il ruolo di Nick, un giovane padre in difficoltà finanziarie e dipendente dalle donazioni del foodbank. Turner interpreta Liam, un personaggio che contrasta Nick per il suo atteggiamento spensierato e il cui senso morale viene messo alla prova nel corso del film.
Nick, il capitano del peschereccio, è accompagnato da due membri dell'equipaggio: Liam e un altro personaggio, che tornano a casa per trovare un luogo che diventa vuoto quando si rendono conto di essere separati dalla loro moglie e figlio per decenni a causa del viaggio nel tempo del peschereccio. Questa situazione fa vivere a Nick un incubo mentre affronta una realtà cambiata in cui i vicini lo credono il loro figlio perduto.
Il signor Richards, un vicino anziano di Nick, ha perso il figlio in circostanze tragiche e sua moglie, ora affetta da demenza, crede che il figlio stia tornando. Liam viene scambiato per il padre di un bambino da una madre single e Nick viene accolto dai Richards, che affermano che è loro figlio morto.
"Rose of Nevada" mantiene lo stile inquietante e glitchy di Jenkin, con mano distinta e il film esplora il tempo in modo tripudio, interpretando la frase "città fantasma" in modo unico. Il film condivide similitudini con "Il inquilino" di Roman Polanski per il suo umore inquietante e trama.
Il film presenta anche un cameo di Christopher Walken in TV, che riprende il suo ruolo in "The Dead Zone" di David Cronenberg (1983). La gentrificazione è stata il tema del successo dell'arte di Jenkin del 2019, "Bait", e "Rose of Nevada" continua ad affrontare questioni sociali, questa volta concentrandosi sul concetto di "città fantasma" in modo unico e stimolante.
Con una durata di 1 ora e 54 minuti, "Rose of Nevada" è un must-watch per i fan del lavoro di Jenkin e per coloro che sono interessati al cinema stimolante.
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