Il dramma italiano "Elisa" pone molte domande stimolanti ma offre soluzioni poco chiare
Nel panorama competitivo della Mostra del Cinema di Venezia, un nuovo concorrente è emerso: "Elisa", un dramma riflessivo diretto dal regista italiano Leonardo Di Constanzo. Il film è un'adattamento coinvolgente di una storia vera, ispirato al lavoro di non-fiction dei criminologi italiani Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali.
La storia ruota intorno al personaggio di Alaoui, interpretato da Roschdy Zem, un esperto di psicologia criminale che tiene lezioni in un удаленный женский центр в Альпах, un luogo che sembra più un campo estivo sorvegliato che una prigione. È qui che Alaoui incontra la protagonista del film, Elisa, interpretata da Barbara Ronchi, condannata per l'omicidio della propria sorella e la successiva cremazione del corpo.
La storia di Elisa rivela che ha trascorso un decennio in prigione, sostenendo di aver sofferto di amnesia al momento del crimine. Man mano che si immerge nel suo passato, inizia a disgregarsi nel presente. La trama del film si snoda per spiegare come e perché Elisa abbia commesso un crimine tanto orribile.
Di Constanzo ottiene prestazioni solide dal suo cast francese e italiano, in particolare da Barbara Ronchi, Roschdy Zem e Valeria Golino. La sceneggiatura del film è stata scritta da Leonardo Di Constanzo, Bruno Oliviero e Valia Santella.
"Elisa" alla fine dice di più di quanto mostri, il che porta a un film che ha molto da dire ma non rende il suo messaggio memorabile. Il film viene paragonato al dramma del 2012 del regista belga Joachim Lafosse "I Nostri Figli" per la sua rappresentazione compassionevole e comprensiva di crimini orribili.
Il film esplora temi come la colpa, l'umanità e il bisogno del colpevole di fare i conti con le proprie azioni. Tuttavia, l'identità del psicologo criminale francese intervistato nel film e interpretato da Roschdy Zem rimane un mistero, poiché non è stato possibile trovare un simile individuo nei risultati delle ricerche disponibili.
In "Elisa", Di Constanzo trasforma gli esperti del lavoro di non-fiction originale in un francese di nome Alaoui, un cambiamento probabilmente fatto per motivi di finanziamento. Tuttavia, il film rimane un'analisi coinvolgente delle complessità della mente umana e delle conseguenze delle nostre azioni.
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