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I trattati tra investitori di combustibili fossili possono mettere a repentaglio le iniziative mondiali per combattere il cambiamento climatico, con perdite finanziarie per i paesi che ammontano a miliardi.

Le corporationi energetiche fossili stanno utilizzando un meccanismo legale poco noto che potrebbe minacciare le iniziative di tutela del clima a livello globale.

Gli investimenti nei combustibili fossili potrebbero vanificare gli sforzi globali per mitigare il...
Gli investimenti nei combustibili fossili potrebbero vanificare gli sforzi globali per mitigare il cambiamento climatico, con costi elevati per i paesi in miliardi.

I trattati tra investitori di combustibili fossili possono mettere a repentaglio le iniziative mondiali per combattere il cambiamento climatico, con perdite finanziarie per i paesi che ammontano a miliardi.

Nel quadro della spinta globale verso un futuro più verde, molti paesi stanno rivedendo le loro politiche energetiche per eliminare l'estrazione di fonti fossili. Tuttavia, questi cambiamenti potrebbero non avvenire senza sfide, in particolare riguardo alle rivendicazioni di risoluzione delle controversie tra investitori e stati (ISDS).

La Francia, ad esempio, ha recentemente rivisto una legge abbozzata per bandire l'estrazione di fonti fossili entro il 2040. La revisione è avvenuta dopo una minaccia da parte di una società canadese di avviare un caso ISDS, un meccanismo legale che consente agli investitori di fare causa ai governi per ottenere risarcimenti in risposta alle azioni del governo. Questa clausola è presente in numerosi trattati, alcuni dei quali potrebbero esporre i paesi a significativi rischi finanziari.

Secondo uno studio, i paesi potrebbero affrontare fino a 340 miliardi di dollari in rischi legali e finanziari per l'annullamento dei progetti di fonti fossili soggetti a trattati con clausole ISDS. Paesi come Brasile, Messico, Australia e Canada sono tra quelli a maggiore rischio. In base ai futuri prezzi del petrolio e del gas, il valore netto presente di questi progetti è previsto raggiungere i 60 miliardi ai 234 miliardi di dollari.

Il Trattato dell'Energia, un accordo di investimento speciale che copre il settore energetico, è il maggiore contribuente singolo ai rischi ISDS a livello globale. Sono stati firmati migliaia di trattati per proteggere gli investitori stranieri dalle azioni del governo negli ultimi 50 anni, e dei 55.206 progetti di estrazione di petrolio e gas in fase iniziale di sviluppo in tutto il mondo, 10.506 progetti (19%) sono protetti da 334 trattati che forniscono l'accesso all'ISDS.

Non tutti i paesi affrontano questi rischi allo stesso modo. Alcuni, come Danimarca e Nuova Zelanda, hanno progettato i loro piani di eliminazione delle fonti fossili per minimizzare l'esposizione all'ISDS. La Nuova Zelanda, ad esempio, ha bandito tutte le nuove esplorazioni petrolifere offshore nel 2018 senza annullare alcun contratto esistente per evitare di incorrere in controversie tra investitori e stati.

I rischi non sono solo finanziari. Paesi a basso e medio reddito come Mozambico, Guyana e Venezuela potrebbero ciascuno affrontare potenziali perdite superiori a 20 miliardi di dollari per le rivendicazioni ISDS. L'annullamento dei progetti approvati potrebbe rivelarsi estremamente rischioso per paesi come il Kazakistan, che potrebbe perdere tra 6 e 18 miliardi di dollari, e l'Indonesia, con 3-4 miliardi di dollari a rischio.

La comunità internazionale è consapevole di queste sfide. L'OCSE sta attualmente discutendo le proposte sul futuro dei trattati di investimento. Gli Stati Uniti e il Canada hanno eliminato le disposizioni ISDS quando hanno sostituito l'Accordo di libero scambio nordamericano con l'Accordo tra gli Stati Uniti, il Messico e il Canada.

Mentre il mondo si muove verso un futuro più verde, la questione su come bilanciare l'azione per il clima con la protezione degli investitori è complessa. Molti paesi europei stanno attualmente valutando se lasciare il Trattato dell'Energia e come evitare la stessa sorte dell'Italia, attualmente coinvolta in un caso ISDS in corso avviato dalla società britannica Rockhopper a causa di un divieto di trivellazione offshore.

Questo articolo si basa su uno studio originariamente pubblicato su The Conversation. Il dibattito in corso evidenzia la necessità di un approccio bilanciato alle politiche energetiche e alla protezione degli investimenti di fronte a un clima in cambiamento.

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