I principali inquinatori fissano obiettivi per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma la maggior parte non riesce a elaborare piani concreti di azione
L'ultimo rapporto "Stato della Transizione", prodotto dal Centro TPI con sede alla London School of Economics and Political Science, rivela che quasi un terzo dei maggiori emissori del mondo ha strategie di transizione allineate con Parigi. Si tratta di un aumento significativo rispetto al 2021, con oltre 400 compagnie valutate nel rapporto.
La valutazione, che copre compagnie in diverse regioni, non fornisce informazioni sul progresso di queste compagnie dall'anno scorso o sui settori specifici in cui operano. Tuttavia, indica progressi nell'allineamento degli obiettivi climatici a lungo termine delle compagnie con il limite di riscaldamento globale di 1,5°C.
Il rapporto, che ha portata globale, valuta la Qualità della Gestione di oltre 1.000 delle compagnie pubbliche più emissive del mondo. Utilizza 23 indicatori, che vanno dal livello 0, che rappresenta l'essere "ignari" del cambiamento climatico, al livello 5, che indica "pianificazione della transizione".
Tuttavia, il rapporto esprime preoccupazioni sulla credibilità e chiarezza degli impegni climatici e delle strategie delle compagnie. Molte compagnie mancano di obiettivi intermedi nelle loro strategie climatiche e meno del 5% dei maggiori emissori corporativi ha piani concreti. Il rapporto rileva anche che molte compagnie non forniscono una quantificazione chiara degli elementi chiave nelle loro strategie climatiche.
Ad esempio, la compagnia svizzera Holcim afferma di essere fortemente impegnata nell'azione per il clima, ma non fornisce dettagli su piani a lungo termine concreti e legalmente vincolanti allineati esplicitamente con il limite di riscaldamento globale di 1,5°C. Al contrario, il governo degli Stati Uniti ha ritirato l'obbligo di segnalazione delle emissioni per i maggiori inquinatori, indebolendo la pressione regolamentare sulle compagnie per allinearsi con l'obiettivo di 1,5°C. Le compagnie del settore chimico tedesco riconoscono la necessità di una decarbonizzazione profonda e di economicità, ma incontrano ostacoli nella implementazione, senza piani specifici a livello aziendale descritti nelle fonti.
Collectivamente, queste compagnie sono valutate circa US$39 trilioni. La valutazione non specifica il numero di compagnie valutate a ciascun livello (0-5). Il rapporto mette in discussione la credibilità degli impegni climatici a lungo termine di queste compagnie, evidenziando la necessità di maggiore trasparenza e piani concreti nella lotta contro il cambiamento climatico.
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