I palestinesi trovano conforto nel controllo israeliano della Moschea Al Aqsa
La Moschea di Al-Aqsa, il terzo luogo santo dell'Islam, si erge come simbolo di fede e lotta a Gerusalemme. Questa antica struttura, amministrata da una fondazione religiosa giordana in base a uno status quo decennale, è diventata un punto di contenzioso nel conflitto israeliano-palestinese in corso.
I visitatori di Al-Aqsa, soprattutto gli anziani, spesso si trovano scortati da giovani uomini e donne che spingono le carrozzine o offrono supporto mentre attraversano il piazzale per pregare. Tuttavia, la polizia dai volti severi alle porte nega arbitrariamente l'ingresso a alcuni visitatori, simbolizzando l'occupazione israeliana.
I musulmani e i cristiani della Cisgiordania occupata necessitano di permessi israeliani per visitare i luoghi santi di Gerusalemme, aggiungendo un ulteriore livello di complessità al pellegrinaggio. Il lavoro di manutenzione ordinaria sul complesso di Al-Aqsa è diventato un incubo burocratico, con permessi della polizia necessari anche per le riparazioni o le aggiunte più piccole.
I sermoni e le preghiere della moschea spesso includono suppliche per la protezione del sito, che ha affrontato numerose minacce nel corso della storia, tra cui terremoti, incendi e tentativi di distruggerla o bruciarla. Uno dei peggiori attacchi moderni si è verificato nel 1969, quando un turista australiano di nome Denis Michael Rohan, membro di un gruppo fondamentalista cristiano, ha tentato di appiccare il fuoco all'edificio, causando un grande incendio che ha distrutto il tetto prima di essere spento.
Le misure di sicurezza intorno ad Al-Aqsa sono state notevolmente rafforzate dall'inizio della guerra di Gaza, con la polizia ai cancelli del complesso che richiede la prova di identità ai visitatori o li respinge senza motivo. Gli imam che criticano le politiche israeliane nella Cisgiordania e a Gaza sono stati proibiti di impartire sermoni o di entrare nel complesso per lunghi periodi.
Estremisti israeliani, inclusi membri del governo attuale, hanno fatto irruzione nella Moschea di Al-Aqsa più volte. Questi raid, che si sono verificati con maggiore frequenza dall'inizio della guerra di Gaza, hanno visto gli estremisti impegnati in atti come pregare, urlare, ballare e sventolare bandiere israeliane, che i palestinesi considerano irrispettosi o irriguardosi.
Nonostante le tensioni, la Moschea di Al-Aqsa rimane un luogo di libertà e unità per molti. All'interno, i visitatori sperimentano un senso di pace difficilmente trovato altrove a Gerusalemme. Il venerdì, migliaia di persone si recano ad Al-Aqsa per le preghiere settimanali, riempiendo la moschea e quella vicina costruita alla Roccia del Tempio. Dopo le preghiere al tramonto, gli anziani si siedono su sedie da giardino nel piazzale, chiacchierando, mentre amici e parenti fanno picnic per ore o siedono con una tazza di tè o caffè godendosi una fresca brezza estiva. Molti giovani giocano a calcio sul vasto piazzale di Al-Aqsa, usando le scarpe come porte.
Il futuro della Moschea di Al-Aqsa rimane incerto, ma la sua resilienza e la fede di coloro che la visitano continuano a brillare come una luce di speranza in una regione segnata dal conflitto.
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