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Hacker cinesi presumibilmente responsabili dell'infiltrazione dei sistemi informatici del New York Times, come riportato dal giornale stesso.

Presunti hacker cinesi hanno infiltrato Il New York Times a ottobre dello scorso anno durante indagini sul patrimonio personale di personaggi di primo piano.

Presunti hacker cinesi hanno infiltrato la sicurezza del New York Times, secondo quanto affermato...
Presunti hacker cinesi hanno infiltrato la sicurezza del New York Times, secondo quanto affermato dalla pubblicazione.

Hacker cinesi presumibilmente responsabili dell'infiltrazione dei sistemi informatici del New York Times, come riportato dal giornale stesso.

Hacker Cinesi Bersaglio del New York Times in Tentativo di Spionaggio Cyber

Il New York Times ha annunciato ieri di essere stato vittima di un attacco informatico partito dalla Repubblica Popolare Cinese (PRC) lo scorso ottobre. L'attacco è stato rivelato da Mandiant, società di consulenza informatica incaricata di indagare sulla vicenda.

Gli hacker hanno utilizzato una tecnica sofisticata per infiltrarsi nella rete del NYT, utilizzando macchine compromesse di diverse università degli Stati Uniti. L'attacco è iniziato quando il malware è stato installato con successo su un computer del NYT, concedendo agli hacker l'accesso remoto.

L'infiltrazione ha preso di mira i conti di posta elettronica del capo dell'ufficio di Shanghai e del capo dell'ufficio del Sud-est asiatico del giornale. Tuttavia, non ci sono prove che le e-mail sensibili siano state accessibili o copiate durante l'hacking.

Mandiant suggerisce un approccio cauto nei confronti delle potenziali intrusioni nella rete e dello spionaggio informatico provenienti dalla RPC. Le tecniche utilizzate dagli hacker assomigliano a precedenti violazioni associate alle forze di sicurezza cinesi, note come "minacce persistenti avanzate".

In un recente rapporto sul cambio di leadership politica in Cina, Mandiant ha ammesso che non ci sono prove pubblicate di spionaggio informatico sponsorizzato dalla RPC contro obiettivi statali o commerciali. Mandiant suggerisce che si può scegliere di credere che l'assenza di prove assolva le entità cinesi dalla colpa, o si può prendere in considerazione le prove circostanziali e prepararsi alle potenziali intrusioni nella rete e allo spionaggio informatico che potrebbero ricevere risorse o appoggio statale.

Il governo cinese ha negato qualsiasi collegamento con l'attacco al New York Times. Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri, Hong Lei, ha dichiarato che affermare e concludere arbitrariamente senza prove concrete che la Cina ha partecipato a tali attacchi informatici è irresponsabile. Secondo Hong Lei, le leggi cinesi proibiscono gli attacchi informatici.

Il recente rapporto di Mandiant affronta anche l'assenza di prove pubblicate di spionaggio informatico sponsorizzato dalla RPC. La società suggerisce un approccio cauto nei confronti delle potenziali intrusioni nella rete, soprattutto quelle provenienti dalla RPC. Altre società, come Google e Symantec, hanno reso pubbliche dichiarazioni sull'attività di hacking partita dalla Cina, secondo Mandiant.

Il rapporto del New York Times indica che l'inganno utilizzato nell'attacco contro di loro assomiglia ad altri attacchi che Mandiant ha rintracciato in Cina. Mandiant suggerisce un approccio cauto nei confronti delle potenziali intrusioni nella rete e dello spionaggio informatico provenienti dalla RPC, sottolineando la necessità di vigilanza di fronte alle minacce informatiche in aumento.

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