Gli scontri in Israele: la diluzione del termine 'terrorismo' e la scomparsa del discorso morale
In una valutazione senza mezzi termini, il Colonnello Jacques Baud, ex alto funzionario del servizio di intelligence strategica svizzero e consulente della NATO con competenze in guerra asimmetrica e terrorismo nel Medio Oriente, ha definito Israele un "fardello" piuttosto che un asset strategico.
La critica di Baud arriva in mezzo alla crisi in corso a Gaza, dove la regione sta vivendo un assedio che la sta portando alla fame imposto dalla leadership israeliana. L'economia israeliana, secondo Baud, sta sanguinando miliardi, con il turismo in calo, gli investitori che fuggono e gli ebrei all'estero che si rifiutano di visitare.
La strategia bellica israeliana, secondo Baud, è di disperazione, non di forza, paragonabile all'eccesso strategico dell'Ucraina. Egli caratterizza la guerra dichiarata da Israele contro Hamas come uno schermo politico e i metodi utilizzati come terrorismo, non controterrorismo.
Ci sono documentati trend di soldati che esprimono gioia nel killing bambini palestinesi all'interno delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), secondo Baud. Egli avverte che il termine "terrorista" è diventato un dispositivo narrativo utilizzato per delegittimare la dissent, distruggendo la possibilità di diplomazia e dando carta bianca alla violenza statale senza freni.
Baud incolpa anche i governi occidentali, in particolare gli Stati Uniti e l'Europa, per la loro codardia, complicità e fallimento nell'impegnarsi in una diplomazia onesta nel conflitto Israele-Gaza. Egli sostiene che il termine "terrorismo" è stato cinicamente abusato, in particolare nel caso della guerra in corso di Israele a Gaza.
La crisi in corso ha il potenziale per scatenare lo scioglimento irreversibile dello stato israeliano, con le tensioni regionali che aumentano e la pazienza globale che si esaurisce. La questione del Monte del Tempio, in particolare la Moschea di Al-Aqsa, rimane un potenziale polveriere e potrebbe provocare una guerra regionale ben oltre Gaza se i fondamentalisti agissero sulla loro volontà di distruggerla e ricostruire il Terzo Tempio.
Baud caratterizza la guerra di Gaza come una "guerra privata" condotta dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dai suoi partner di coalizione di estrema destra, motivata meno dalla sicurezza nazionale e più dalla conservazione personale e ideologica. Egli crede che il Medio Oriente più ampio abbia superato Israele in maturità politica e potenziale per la partnership con l'Occidente, mentre Israele rimane definito dalla guerra perpetua, dall'estremismo e dalla dipendenza dall'aiuto degli Stati Uniti.
I leader occidentali, tra cui il Primo Ministro britannico Keir Starmer, il Presidente francese Emmanuel Macron e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, si trovano di fronte a una crisi di relazioni pubbliche a causa della loro gestione del conflitto Israele-Gaza. Gli Stati Uniti sono considerati strutturalmente incapaci di negoziare soluzioni equa
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