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Gli antagonisti che mirano all'interleuchina-6 mostrano miglioramenti nel recupero dei pazienti ricoverati in ospedale con COVID-19.

L'OMS aggiorna le linee guida per il trattamento del COVID-19: la ricerca finora inedita pubblicata sulla rivista del Journal of the American Medical Association suggerisce l'uso di antagonisti dell'interleuchina-6, in combinazione con i corticosteroidi, per i casi gravi o critici di COVID-19.

Antagonisti che mirano all'Interleuchina-6 portano a una migliore guarigione per i pazienti con...
Antagonisti che mirano all'Interleuchina-6 portano a una migliore guarigione per i pazienti con COVID-19 in un setting ospedaliero.

Gli antagonisti che mirano all'interleuchina-6 mostrano miglioramenti nel recupero dei pazienti ricoverati in ospedale con COVID-19.

In un importante passo avanti nella lotta globale contro il COVID-19, un'analisi completa di oltre 10.000 pazienti ha rivelato che gli antagonisti dell'interleuchina-6 (IL-6) possono ridurre significativamente il rischio di morte e di progressione della malattia grave.

La ricerca, coordinata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e pubblicata sulla prestigiosa rivista medica JAMA il 6 luglio, include dati da 10.930 pazienti, di cui 6.449 hanno ricevuto antagonisti dell'interleuchina-6 (sia Tocilizumab, prodotto da Roche, che Sarilumab, prodotto da Regeneron Pharmaceuticals in collaborazione con Sanofi) e 4.481 hanno ricevuto le cure usuali o un placebo.

Il professor di Statistica Medica e Epidemiologia Jonathan Sterne ha concluso che gli antagonisti dell'IL-6 riducono costantemente la mortalità e la malattia grave da COVID-19 in tutto il mondo e in diversi contesti assistenziali. Questo risultato sottolinea lo straordinario sforzo di ricerca dei scienziati di tutto il mondo dalla inizio della pandemia.

Il professor Manu Shankar-Hari, consulente di Terapia Intensiva all'Guy's and St Thomas' Hospital NHS Foundation Trust, ha confermato che gli antagonisti dell'IL-6 riducono le morti per COVID-19 e prevenono la progressione verso la malattia grave. Il prof. Shankar-Hari ha anche sottolineato che gli antagonisti dell'IL-6 sembrano essere più efficaci quando utilizzati insieme ai corticosteroidi.

I miglioramenti negli esiti sono stati maggiori nei pazienti che hanno ricevuto anche corticosteroidi. In questi pazienti, il rischio di morte entro 28 giorni è del 21% nei pazienti che ricevono antagonisti dell'IL-6, rispetto al 25% nei pazienti che ricevono le cure usuali. Tra i pazienti trattati con corticosteroidi, il rischio di progressione alla ventilazione meccanica o alla morte è del 7% più basso per coloro che ricevono antagonisti dell'IL-6 rispetto a coloro che ricevono le cure usuali (26% vs 33%).

Nei pazienti non in ventilazione meccanica, il rischio di ventilazione meccanica o di morte è ridotto del 21% rispetto all'uso di corticosteroidi da soli.

La dottoressa Janet Diaz, responsabile della gestione clinica all'OMS Emergenze Sanitarie, ha sottolineato l'importanza di rendere questi trattamenti accessibili ai paesi a basso reddito. I risultati dello studio porteranno senza dubbio a migliori esiti per i pazienti ricoverati con COVID-19.

La professoressa Claire Vale, ricercatrice principale dell'Unità di Trials Clinici MRC presso l'UCL, ha evidenziato lo sforzo globale dietro la ricerca che ha portato a questi risultati. Il prof. Shankar-Hari ha espresso gratitudine ai pazienti e alle loro famiglie per la loro disponibilità a partecipare alla ricerca in momenti difficili.

La rapida combinazione del 95% dei dati mondiali dagli studi clinici sull'efficacia degli antagonisti dell'IL-6 è stata condotta da Jonathan Sterne e il suo team. Questo sforzo collaborativo ci ha portato un passo più vicino alla sconfitta del COVID-19.

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