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Capricciosi capi FTSE 100: i boss della City voltano le spalle alla Gran Bretagna, dice RUTH SUNDERLAND

Lavorare da casa rimane saldamente ancorato molto tempo dopo la fine dei lockdown pandemici. Ma perché fermarsi qui?

In questa foto possiamo vedere una vista ravvicinata della carta d'identità. Nella parte anteriore...
In questa foto possiamo vedere una vista ravvicinata della carta d'identità. Nella parte anteriore possiamo vedere la bandiera americana e "Licenza Critica" scritto.

Capricciosi capi FTSE 100: i boss della City voltano le spalle alla Gran Bretagna, dice RUTH SUNDERLAND

I dirigenti del FTSE 100 in fuga: i boss della City voltano le spalle alla Gran Bretagna, scrive RUTH SUNDERLAND

Lo smart working resta saldamente radicato anche a distanza di anni dalla fine dei lockdown pandemici. Ma perché fermarsi qui?

Più amministratori delegati delle aziende del FTSE 100 scelgono di lavorare dall’estero, un fenomeno che solleva dubbi sul loro impegno verso le società con sede nel Regno Unito. I critici sostengono che questa tendenza potrebbe danneggiare la reputazione commerciale del Paese e ostacolare la ripresa economica.

Lord Carter, amministratore delegato di Informa, si è recentemente trasferito negli Emirati Arabi Uniti. La società ha addirittura tenuto la sua assemblea annuale degli azionisti in un lussuoso hotel nel Sud della Francia, rendendo difficile la partecipazione ai piccoli investitori britannici.

Rico Back, ex CEO di Royal Mail, ha affrontato critiche per aver vissuto all’estero mentre il personale britannico lavorava in piena pandemia. Il suo caso ha evidenziato le tensioni sulle decisioni dirigenziali in periodi difficili.

Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, trascorre ora gran parte del suo tempo in Australia. Ha espresso apertamente frustrazione per le regole britanniche sui prezzi dei farmaci e le politiche fiscali, definendole ostacoli agli investimenti. Nel frattempo, Jon Stanton di Weir Group si è trasferito negli Stati Uniti per motivi personali, aggiungendosi alla lista sempre più lunga di dirigenti che lasciano il Regno Unito.

Altri casi di rilievo includono Markus Schäfer, rientrato in Germania, e Emily Carter, trasferitasi in Svizzera. Le loro scelte seguono un trend più ampio che vede i vertici del FTSE 100 optare per basi operative al di fuori del Regno Unito.

L’aumento dei CEO che lavorano dall’estero ha acceso un dibattito sul loro reale coinvolgimento nelle attività britanniche. Con le politiche fiscali e gli ostacoli normativi spesso citati come motivazioni, questa tendenza rischia di minare la fiducia degli investitori. Gli osservatori avvertono che, senza un cambiamento, il Regno Unito potrebbe faticare a trattenere i talenti imprenditoriali di primo livello.

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