Aumento delle incidenze di problemi segnalati negli insediamenti di rifugiati palestinesi, con un aumento di 40 volte osservato.
Il numero di infezioni da COVID-19 nei campi profughi palestinesi è aumentato a 9.000 in soli due mesi, secondo i recenti rapporti. Questo significativo aumento, che rappresenta un aumento di oltre 40 volte rispetto ai 200 casi, ha messo a dura prova le risorse e le infrastrutture in queste aree.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione (UNRWA) è responsabile dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione e dell'approvvigionamento alimentare dei profughi palestinesi nei territori occupati da Israele e nei paesi confinanti di Giordania, Libano e Siria. Oltre a questi compiti, l'UNRWA sta urgentemente cercando maggiore aiuto dalla comunità internazionale a causa della diffusione del virus.
La Striscia di Gaza, che è quasi isolata dal mondo esterno, è stata finora meno colpita dal virus. Tuttavia, i primi casi sono ora stati registrati nella regione, suscitando preoccupazioni per il potenziale impatto del virus sulla densità di popolazione dell'area. La mancanza di risorse e infrastrutture per l'istruzione digitale nella Striscia di Gaza rappresenta una sfida significativa durante la chiusura delle scuole a causa della pandemia. Di conseguenza, sono necessari più insegnanti e migliori infrastrutture per l'istruzione digitale.
La diffusione del virus nei campi profughi palestinesi e nella Striscia di Gaza ha determinato la necessità di maggiori forniture mediche, tra cui disinfettanti e attrezzature protettive per il personale medico, che attualmente mancano nella regione. Se il virus si diffondesse ulteriormente a Gaza, potrebbe avere conseguenze drammatiche a causa della alta densità di popolazione e delle difficoltà nell'approvvigionamento di forniture mediche.
È importante notare che, sebbene il coronavirus non sia menzionato nei risultati della ricerca come diffuso per la prima volta in una regione specifica, un' epidemia di virus Ebola causata dalla specie Zaire ebolavirus è stata dichiarata nella provincia del Kasai, distretto sanitario di Bulape della Repubblica Democratica del Congo, con almeno 42 casi e 16 morti segnalati alla fine di settembre 2025.
L'UNRWA e altre organizzazioni che operano nella regione stanno facendo del loro meglio per contrastare la diffusione del virus e fornire supporto alle persone colpite. Tuttavia, è essenziale un aiuto supplementare dalla comunità internazionale per garantire che la situazione non peggiori.
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