Attivisti in Kirghizistan avvertono di rinnovare l'estrazione di uranio
Nuovo e Migliorato Articolo:
Di recente, quando il parlamento kirghiso ha deciso di riprendere l'estrazione dell'uranio dopo una pausa di cinque anni, gli attivisti ambientali della regione hanno espresso profonde preoccupazioni. Questa mossa è stata un risposta all'argomento del governo secondo cui la produzione di uranio potrebbe rafforzare l'economia del paese, colpita dalla pandemia di Covid e dalle sanzioni russe.
La decisione del parlamento non è ancora stata formalizzata con la firma del presidente Sadyr Japarov, ma si prevede che accada presto. Japarov ritiene che il riavvio dell'estrazione dell'uranio potrebbe contribuire fino a 2 miliardi al tesoro nazionale. Per spingere avanti questo programma, Japarov ha sottolineato: "Dobbiamo fare tutto il possibile per portare anche un piccolo beneficio economico allo stato. Forse, nei prossimi 10 anni, potremo raggiungere i nostri vicini".
Gli ambientalisti, tuttavia, non sono affatto ottimisti. L'estrazione dell'uranio è nota per i suoi potenziali pericoli e la promessa del governo di utilizzare nuove tecnologie per garantire "standard ambientali rigorosi" non ha placato queste preoccupazioni. Il paese vanta numerosi depositi di uranio, molti dei quali si trovano in aree sensibili, come il lago Issyk-Kul, gioiello del Kirghizistan.
Questo ritorno all'estrazione potrebbe aprire la strada alla costruzione di una centrale nucleare nel paese dell'Asia centrale. Gli officiali kirghisi stanno collaborando con l'ente di stato russo Rosatom per costruire un reattore modulare piccolo, in grado di fornire energia a circa 1 milione di cittadini. L'ambizione deriva principalmente dalla minaccia crescente del cambiamento climatico, poiché la principale fonte di energia del paese, l'idroelettrico, è influenzata dal riscaldamento globale.
L'eventualità di un reattore nucleare operativo in un paese sismicamente attivo suscita timori in molti. Oltre ai rischi associati ai disastri naturali, la storia di sicurezza del Kirghizistan nel gestire le miniere per metalli preziosi come l'uranio e l'oro è un'altra fonte di preoccupazione. In precedenza, le proteste popolari contro l'inquinamento ambientale avevano costretto il governo a interrompere l'estrazione dell'uranio nel 2019.
A maggio 2023, gli attivisti locali hanno inviato un appello al Ministero dell'Ambiente, avvertendo che il riavvio dell'estrazione dell'uranio potrebbe peggiorare le sfide ambientali esistenti. La loro preoccupazione è stata espressa in modo succinto: "Mentre si parlano di profitti dell'estrazione dell'uranio fino a 2 miliardi, nessuno discute il costo di riparare i terreni danneggiati".
Le paure di nuovi pericoli e incidenti non sono infondate. Il 1° giugno, un camion Rosatom è stato segnalato essere scivolato in un fiume durante le operazioni di pulizia delle scorie dell'uranio a Dzhumgal, nella regione di Naryn. Gli officiali del Ministero delle Situazioni di Emergenza affermano che il camion era vuoto al momento dell'incidente. Tuttavia, i video diffusi sembrano contraddire questo, suggerendo che i rifiuti tossici erano stati riversati nel fiume.
Un report di Reuters pubblicato ad aprile getta luce sui problemi urgenti relativi alle riserve di scorie dell'uranio. Queste riserve sono trattenute da dighe instabili che hanno subito danni significativi a causa di frane nel 2017. Un'altra frana o terremoto potrebbe scatenare il collasso delle dighe, potenzialmente causando un disastro di proporzioni Chernobyl. Le scorie tossiche potrebbero diffondersi nella rete fluviale, influenzando le terre agricole nella valle del Fergana, condivisa dal Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan.
Per minimizzare questi rischi, il Kirghizistan deve prioritàre le pratiche sostenibili, la governance trasparente e le valutazioni d'impatto ambientale rigorose. L'involvimento delle comunità locali e il monitoraggio ravvicinato del processo di estrazione saranno essenziali per bilanciare lo sviluppo economico con la protezione dell'ambiente. Purtroppo, il futuro a risorse del Kirghizistan viene con preoccupazioni riguardo alla degradazione ambientale, all'esploitazione geopolitica e alla mancanza di strutture avanzate per il trattamento dei minerali energetici, potenzialmente portando a difficili sorveglianza sociale e ambientale.
- Via via che le preoccupazioni ambientali aumentano, l'industria finanziaria e il settore energetico stanno discutendo sempre più i potenziali rischi e le responsabilità associati all'estrazione dell'uranio in Kirghizistan.
- Di fronte al cambiamento climatico, è fondamentale per industrie come quella dei casinò e delle scommesse adottare pratiche di gioco responsabile, assicurandosi che le loro operazioni non contribuiscano involontariamente alla degradazione ambientale a causa dell'aumento del consumo di energia.
- La comunità scientifica ambientale sta esortando il governo kirghiso a prioritàre la sostenibilità ambientale a lungo termine rispetto ai guadagni economici a breve termine dall'estrazione dell'uranio, soprattutto alla luce dei potenziali pericoli rappresentati dal cambiamento climatico e dall'attività sismica del paese.
- La recente notizia dell'incidente del camion Rosatom a Dzhumgal evidenzia l'urgenza di migliorare le misure di sicurezza nell'industria dell'estrazione dell'uranio in Kirghizistan, sottolineando la necessità di mantenere gli standard ambientali e di attenersi alle pratiche industriali responsabili.
- Via via che il Kirghizistan considera la costruzione di un reattore modulare piccolo, la collaborazione con l'industria scientifica ambientale sarà cruciale nell'indirizzare le preoccupazioni riguardo all'impatto potenziale del reattore sull'ambiente e nell'assicurare un equilibrio tra la produzione di energia e la preservazione dell'ambiente.